mercoledì 7 novembre 2007

Avevamo una fabbrica, il cementificio.

E da un po che non mi faccio sentire lo so. Ma questo è un periodo di transizione per me..... fine anno. E' come ogni fine anno mi scade il mio bel contratto. Occore cambiare qualcosa e guardarsi intorno. Beh questa vita lo scelta io e va bene così..... questo sarà un argomento del quale chiacchierare a gennaio non ora. Intanto inziamo a parlare di una cosetta che mi sta a cuore. E la lettera- denucnicia di Alessandro Alfano è perfetta, non si potrebbe fare di meglio per parlare del Cementificio.......


LA DENUNCIA - Alessandro Alfano

Sarà perché lo vedo più volte al giorno nella sua naturale stazza, sarà perché ha rappresentato un pezzo di storia della nostra marina jonica, sarà perché rimango colpito dall’indolenza e dall’indifferenza delle Istituzioni, da sempre fuori d’ogni limite, ma il cementificio Zippitelli, non può continuare a restare in piedi in quelle condizioni, tra l’altro a confine con la corsia nord dell’ammodernamento della 106 jonica i cui lavori risultano ultimati dal 2001 e non ancora aperta al traffico per via delle gallerie non a norma di legge.

Tante idee frullano nella mia testa per eliminare le condizioni di forte degrado in cui da troppi anni versa quest’area!!!!! Come ad esempio il ricorso ai fondi POR (Programma Operativo Regionale) oppure ai FERS (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale).

Date anche voi “lingua ai vostri pensieri” e chissà che da qualcuno di essi non ne nasca uno buono. Intanto, per darvi un’idea, vi invito a leggere un mio recente articolo pubblicato dal Quotidiano della Calabria.

Sotto accusa l’ex cementificio di Montegiordano Marina. Un “pachiderma” di vaste dimensioni fa bella mostra, da oltre cinquant’anni, proprio all’ingresso nord dell’abitato di Montegiordano Marina. Enormi ciminiere si ergono al punto da non sfuggire alla vista di chi percorre la strada 106 jonica. Come pure non possono sfuggire all’attenzione di chi percorre questa strada l’ammasso di lamiere e quant’altro era servito negli anni prima e dopo gli eventi bellici di quest’industria che tanto benessere ha dato ai montegiordanesi. Sicuramente,oggi, questo monumento, questo importante pezzo di storia montegiordanese, meriterebbe altra attenzione dal momento che la sua destinazione non può che rappresentare una testimonianza industriale, unica per il suo genere, in tutta la provincia cosentina e probabilmente non sola, bisognevole di un piano di bonifica a salvaguardia ambientale. Nessun programma politico ha mai previsto lo sfruttamento,il parziale recupero o l’abbattimento di questo “pachiderma” da tempo in putrefazione che, fuor di dubbio, disturba l’ambiente e ancor di più pericoloso perché privo di idonea recinzione. Neppure l’Anas, nel costruire l’ammodernamento della strada 106 jonica, si è curato di osservare una debita distanza di sicurezza, così, in caso di malaugurato crollo delle ciminiere, com’è del resto avvenuto per tre di esse, il “pachiderma” (Vds. Foto)altro non farebbe che invadere il sedime stradale lato nord con danni e altre conseguenze che non osiamo ipotizzare. Nessuno si è chiesto perché la corsia nord, oggi inibita al transito, sia stata costruita così vicina a queste torri di cemento che potrebbero crollare da un mento all’altro soprattutto quando verranno sicuramente sollecitati dai mezzi meccanici di passaggio.

Si è avveduto di tanto il presidente del WWF Calabria, dottor Alfredo Salzano, che alla fine di giugno scorso, ha inviato all’Assessorato Regionale all’Ambiente e all’Amministrazione comunale di Montegiordano la seguente segnalazione che, a tutt’oggi, com’era prevedibile, non ha prodotto alcun risultato.

“E’ pervenuta presso la nostra segreteria regionale una segnalazione riguardante la presenza di un vecchio cementificio, ormai dimesso dai primi anni ’50, nel territorio di Montegiordano Marina (CS), per una superficie di 50.000 metri quadrati.

Lo stesso imponente edificio sorge proprio all’ingresso del succitato comune, a circa 200 metri dal mare e, stando alla segnalazione ricevuta, conterrebbe al suo interno, del materiale inquinante, di natura non precisata.

Poiché si ritiene che la presenza del vecchio opificio possa costituire un pericolo e trattandosi di una struttura ormai abbandonata, con il rischio di crollo delle due torri, si ritiene opportuno trasmettere questa segnalazione agli uffici in indirizzo affinché venga valutata la possibilità di demolire il manufatto e procedere alla bonifica dei luoghi. In attesa di un cortese cenno di riscontro, si inviano distinti saluti. WWF Calabria- Il Presidente Alfredo Salzano”.

Il tema della sicurezza e del rispetto dell’ambiente, oggi come non mai, sono di grande attualità sotto molteplici aspetti e spesso costituiscono argomento di programmi elettorali da parte di diverse componenti politiche. Stranamente questo non è mai avvenuto. Nessuno sa darsi una spiegazione. Sta di fatto che oggi una risposta va data non fosse altro per le ambizioni turistiche sempre anteposte ad ogni altro interesse dagli amministratori di Montegiordano.

Certamente non guasterebbe se una rivisitazione del Piano Regolatore Generale, non più rispondente alle attuali esigenze della nostra marna jonica, collocasse quest’area come “zona industriale” anziché, come già fatto, individuarla in un’area angusta attigua all’impianto fognario, “dispensario” di fetore insopportabile, pressappoco inutilizzabile e con le conseguenze che sono note a tutti.

1 commento :

Anonimo ha detto...

RICOSTRUITE E RIMETTETE IN FUNZIONE IL CEMENTIFICIO