mercoledì 3 giugno 2009

Intervista a Riccardo Liguori



Alessandro Alfano mi ha inviato una simpatica intervista a Riccardo Liguri. Vi allego il contenuto.

E’ in avanzata fase di allestimento il www.giorgioliguoriperlacalabria.it dedicato al medico e politico democristiano montegiordanese che molto si prodigò per il riscatto sociale del ceto meno abbiente della sua terra, prima come assessore provinciale e poi come consigliere regionale. Il figlio Riccardo, giornalista-addetto stampa a Perugia, sta curando una biografia ed ha realizzato questo sito con l’apporto di una redazione, in primis del giornalista e webmaster Giulio Lizzi. Il sito, una volta ultimato, sarà presentato in Calabria e in Umbria, dove opera la sua redazione e vivono numerosi calabresi.

Ha due nuove rubriche: “Convegni ed eventi” e “I primi quaranta consiglieri regionali della Calabria”. Quest’ultima è stata molto apprezzata dalla presidenza dell’Associazione fra gli ex consiglieri del Consiglio regionale della Calabria, e la sua homepage è inserita nel sito ufficiale della stessa Associazione. Ciò che rende interessante in questo periodo www.giorgioliguoriperlacalabria.it, è la rubrica “Dati elettorali” dei Comuni dell’Alto Ionio, di quello di Cassano e del contesto generale della Calabria e nazionale, dove sono raccolti i risultati delle Elezioni Europee dal 1979 al 2004.

L’obiettivo del sito è quello di custodire e trasmettere ai posteri la memoria storica di figure come Giorgio Liguori, che hanno vissuto la politica come una missione ed un servizio, e del loro contesto sociale e culturale che ormai appartiene alla storia. E’ un passato che non va dimenticato, anzi studiato ed approfondito perché per diversi aspetti è ancora attuale. E’ affascinante poterlo fare con il mezzo più innovativo della comunicazione di oggi: Internet. E’ uno strumento molto utilizzato dai giovani, ai quali lo stesso Liguori era particolarmente attento e sensibile, aiutandoli non solo ad avvicinarsi alla politica e ad impegnarsi nel sociale, ma ad inserirsi nel mondo del lavoro e a mettere su famiglia.

L’esempio di Liguori e di altri uomini come lui, che hanno caratterizzato localmente quella “primavera politica” di avvio “prima Repubblica” lungi dal farne una professione, una duratura fonte di guadagno personale, possa essere fatto proprio dall’attuale classe dirigente. Una classe interessata a riscoprire figure di spessore del passato, oggi assenti, ma non ad imitarle nelle idee e nei programmi da realizzare per il bene comune.



Abbiamo chiesto a Riccardo Liguori, ideatore e titolare del dominio www.giorgioliguoriperlacalabria.it, studioso di storia politico-sociale contemporanea, cosa vuole trasmettere questo sito nell’imminenza delle elezioni del 6-7 giugno, oltre a fornire un’interessante retrospettiva dei dati elettorali.

«Il sito è un contenitore di diverse fonti datate a partire dagli anni ’50 (documenti, scritti editi ed inediti, testimonianze, immagini…), che messe insieme tracciano la storia di un uomo dalle origini modeste, divenuto medico e che poi si è impegnato in politica, come tanti altri. Attraverso la sua azione ed opera ricostruiamo uno straordinario contesto sociale che dopo la sua morte è andato esaurendosi. Forse è stata una coincidenza, ma quella grande voglia di fare per la collettività, che dava speranza, è venuta meno. A farne le spese è stato lo sviluppo di una delle zone più depresse della Calabria: l’Alto Ionio. Se quanto fu avviato da Giorgio Liguori e da altri suoi contemporanei per fare decollare la zona a livello occupazionale, imprenditoriale e sociale è ancora oggi di attualità - perché non è stato compiuto - c’è da preoccuparsi seriamente».

Ma cosa non è stato fatto d’allora per creare sviluppo?

«Mi limito a pochi esempi: nel 1967, dopo la costruzione di lungomari ed altre opere pubbliche primarie, Liguori propose la realizzazione di “porticcioli” nei centri costieri per consentire al turismo di avere vie di comunicazione all’avanguardia ed infrastrutture di maggior richiamo. Oggi si discute ancora dell’opportunità o meno di fare delle darsene. Lo spopolamento dei centri interni, che un tempo era limitato alle campagne, Liguori cercò di attenuarlo con l’avvio di una politica agro-zootecnica ed industriale del comparto alimentare affidata a piccole cooperative collegate alle Acli. Questa politica, nell’Alto Ionio, vide il suo punto di partenza nei progetti di una cantina sociale con annesso magazzino ortofrutticolo e di un salumificio. Purtroppo, quest’ultimo, completato dopo la sua morte, non entrò mai in produzione. L’annoso problema della SS 106, che risale agli anni ’60, ancora non è stato completamente risolto. E’ a rischio chiusura l’unico ospedale della zona per carenza di personale medico e paramedico, alla cui posa della “prima pietra” contribuì Giorgio Liguori. Come anche la fine dell’unica clinica privata della Sibaritide, che suppliva in parte alle carenze della sanità pubblica, non più riaperta dopo essere stata posta sottosequestro per non avere impianti a norma di legge. Insomma, invece di andare avanti si regredisce. Un tempo l’uomo era posto al centro della società, come insegna la Dottrina sociale della Chiesa, oggi è spesso un mezzo e non il fine. In politica si nota una carenza di sensibilità nel cogliere le istanze dei più indifesi, degli “ultimi”».

Oggi chi si appresta a fare politica è poco formato, perché le “scuole di partito” di un tempo non ci sono più. Il sito, nel suo piccolo, può contribuire a colmare questa lacuna?

«Il sito non fa scuola a nessuno, offre solo sputi e stimoli a chi è interessato ad una “primavera politica” simile a quella di mezzo secolo fa. Oggi la situazione della Calabria non è affatto rosea; se non si agisce con determinazione e responsabilità si rischia grosso: tra non molti anni interi paesi saranno deserti. La causa della fuga dei giovani non va ricercata solo nel politico locale. Un sindaco cosa può fare per evitare il crollo demografico del suo paese? A mio avviso poco, perché il problema è assai complesso, e comunque se ne deve fare carico e lanciare il grido d’allarme nelle sedi appropriate. Occorre legiferare a livello regionale, soprattutto a livello nazionale ed europeo. Nel contempo, il privato, titolare di attività imprenditoriali ben avviate, non può accumulare ricchezze senza investirle nella manodopera, regolarizzandola: il lavoro nero è una delle pieghe sanguinanti del Meridione, ma anche quello sottopagato non è da meno».

Quindi, la responsabilità di uno sviluppo che stenta a decollare non è solo dello Stato…

«Il pubblico deve fornire le infrastrutture e controllarne la corretta funzionalità, ma poi deve essere il privato ad investirci attorno. Non è più il tempo di aspettare che faccia tutto lo Stato: siamo in Europa e dobbiamo far ben fruttare gli aiuti che ci elargisce. Per questo non invidio chi si propone come candidato alle elezioni, perché una volta eletto dovrà lavorare sodo, fungendo da raccordo tra istituzioni e cittadini. I tempi sono cambiati per chi pensa di fare della politica la sua professione e gli interessi di pochi. Occorre impegnarsi seriamente per realizzare questo bene comune che da più parti viene invocato e molti lo promettono. Penso che sia finito il tempo delle promesse fatte ogni cinque anni e non mantenute, se poi mi dovessi sbagliare… “ogni popolo ha il governo che si merita”».

A Riccardo Liguori abbiamo rivolto un’ultima domanda: hai mai pensato di raccogliere l’“eredità paterna” e di fare politica attiva?

«Più che pensarci mi è stato offerto diverse volte, anche quest’anno, una candidatura a livello comunale e provinciale in Calabria ed in Umbria. Ho ringraziato per la fiducia, ma ho sempre declinato l’invito. Posso apparire egoista, ma la mia famiglia ha già dato, anche troppo, alla politica. E’ dal 1989 che mi interesso allo studio della storia politico-sociale e vorrei continuarlo a fare (il sito è una prova). Si contribuisce allo sviluppo di una comunità anche intellettualmente, senza scendere per forza nell’arena politica».


4 commenti :

Anonimo ha detto...

Ha ragione Riccardo Liguori.Il nostro paese è caduto in bassa fortuna con questi amministratori che pensano solo ai propri tornaconti senza pianificare i problemi che si assommano sempre di più. Con quale faccia si presentano sempre le stresse persone e ogni volta si dichirano "i paladini" per salvare Montegiordano.Quando non c'è un leader come lo è stato Giorgio Liguori,ecco cosa succede con questa frattaglia.

Anonimo ha detto...

Ho visitato il sito dedicato a Giorgio Liguori.E' veramente bello. E' sito web storico-politico-culturale di ottimo interesse per tutti noi calabresi. Un modo intelligente x ricordare una persona che ha dato tanto all'alto jonio senza particolari interessi. Peccato che la morte lo abbia portato via a soli 49 anni. I politici di oggi sono dei quaquaraquà e quelli montegiordanesi sono ignoranti,qualunquisti e boriosi.
Peccato che Montegiordano non abbia avuto un politico come Giorgio Liguori.

Anonimo ha detto...

certamente che a Montegiordano siamo messi male.Dalla morte di Liguori non abbiamo avuto più un'uomo di quella elevatura politica e culturale.Speriamo solo che Rocco Introcaso,anche se già grandicello per iniziare l'ascesa politica,continua con la grinta di come ha iniziato e il popolo montegiordanese gli dà i consensi per spronarlo ad andare avanti.Dispiace solo che gli eredi di Liguori non abiano raccolto l'eredità del padre anzi si sono alleati con gli avversari del congiunto per essere solo derisi e sfruttati politicamente.

Anonimo ha detto...

Riccardo,potresti essere tu il "politico" giusto per far rinascere Montegiordano.Pensaci e scendi a Montegiordano per mettere da parte questi quaquaraquà. Anche se mi rendo conto che è difficile.