martedì 11 maggio 2010

Nero come il Petrolio.

Vi propongo un articolo di Alfano su un argomento di attualità che potrebbe toccarci più da vicino di quanto avremmo potuto pensare guardando i telegiornali. La macchia nera di Petrolio che minaccia le coste Statunitensi e Messicane è troppo lontana per poter anche minimamente impensierire un'opinione pubblica che si mobilità seriamente solo quando la minaccia è davvero vicina. Vi propongo questo articolo per far riflettere sul semplice concetto che sul pianeta ci stiamo tutti allo stesso modo, e una minaccia ambientale è tale sia che colpisca il nord atlantico sia se mette in periodo il nostro Mediterraneo. Ecco l'articolo:

LA SHELL INIZIERA’ PRESTO UNA SERIE DI TRIVELLAZIONI ESPLORATIVE SULLA COSTA JIONICA DA ROSETO CAPO SPULICO A ROSSANO. DURATA DELLE TRIVELLAZIONI 5 ANNI.


L’Ufficio nazionale minerario idrocarburi geotermia del Ministero dello sviluppo economico ha concesso alla Shell Italia la ricerca petrolifera offshore nel Golfo di Taranto e in altre aree dello jonio. Le zone interessate (in foto) coprono un’area di 1.356 chilometri quadrati tra le coste pugliesi e quelle calabresi, più prossime alle coste prospicienti Roseto Capo Spulico, Amendolara, Trebisacce, Villapiana, Corigliano e Rossano che non a quelle pugliesi. Ad annunciarlo è stata ieri l’altro (3 maggio, la concessione firmata il 30 aprile da Scajola) la stessa compagnia petrolifera che attendeva una risposta dal novembre del 2009. « Con questa nuova opportunità — ha commentato Marco Brun, Country manager Shell in Italia e Ceo (chief executive officer) Shell Italia E&P spa — nel Golfo di Taranto e nell’aria calabrese potremo ulteriormente espandere i nostri interessi esplorativi offshore andando oltre la presenza già in essere dall’inizio dello scorso anno nel Canale di Sicilia. Speriamo davvero che entrambe le opportunità esplorative possano porre le basi per un futuro di crescita in Italia». La multinazionale, con sede amministrativa a Milano, confida di poter eseguire presto una campagna di acquisizione sismica dei dati che saranno la base per valutare ogni decisone su eventuali pozzi esplorativi. Le concessioni avute dall’Unmig daranno il via ai battelli di ricerca muniti di sonar che scandaglieranno i fondali nei quadranti di mare concessi, in cerca di conformazioni bidimensionali idonee alla trivellazione. Individuati i punti, i programmi di sperimentazione prevedono i primi sondaggi tridimensionali che consistono nella perforazione dei fondali con fori di piccole dimensioni. Solo dopo, spiegano alla Shell, potranno iniziare i lavori di costruzione delle piattaforme per le trivellazioni. Non prima, comunque, di aver chiesto e ottenuto ulteriori e più specifiche autorizzazioni dai ministeri, enti, agenzie del demanio, regioni e province interessate. Quello che parte oggi è solo l’inizio di un lavoro di ricerca che può avere una durata variabile da uno a cinque anni. L’Italia (e i mari della Puglia e della Calabria in particolare), è posta sulla mappa del gruppo Royal Dutch Shell come uno dei paesi più importanti per l’Europa continentale con opportunità di crescita nel settore dell’esplorazione e produzione di idrocarburi. Dal 1912, Shell è uno dei principali investitori esteri in Italia nel settore dell’oil e gas in Italia dov’è presente con importanti attività nella ricerca e produzione di idrocarburi. Tra questi, il progetto di sviluppo di un terminale di rigassificazione (nello Jonio siciliano) per la commercializzazione di prodotti petroliferi e gas naturale e con una rete di 1.300 stazioni di servizio. La società della «conchiglia», inoltre, è attiva in Basilicata nei progetti on-shore di Val d’Agri (già in produzione con una quota Shell del 39,23% in partnership con Eni) e Tempa Rossa (in sviluppo con una quota del 25% in partnership con Exxon e Total). Nell’esplorazione off-shore, invece, già nel 2009 la Shell ha acquisito importanti quote di partecipazione in sei permessi esplorativi nel Canale di Sicilia e ora anche in Puglia con le due licenze nel Golfo di Taranto. Alle stesse aree del Golfo erano interessati anche i concorrenti Nautical Petroleum, Transunion Petroleum Italia e Northern Petroleum. Resta da valutare l’impatto ambientale che avrà la presenza di queste piattaforme poste a lunga distanza dalla riva e ancor di più quale opportunità di turismo potranno avere queste aree dello jonio calabrese, una volta rivenuta la presenza dell’oro nero.

5 maggio 2010. ALESSANDRO ALFANO


Le problematiche energetiche rappresentano la sfida più importante per questa e per le prossime generazioni. Intanto anche a Rossano la centrale che bruciava olio combustibile dovrebbe essere riconvertita a Carbone!!!!!!!!!!!! Di Male in Peggio.

Non capirò mai chi manifesta contro il Nucleare, infinitamente più pulito di Petrolio e Carbone, e poi non spende nemmeno una parola su potenziali bombe ecologiche che hanno dietro casa. In realtà forse la spiegazione c'è.......ma sarebbe troppo dietrologica e non sono il tipo.

Buona discussione.

8 commenti :

Anonimo ha detto...

rovinano un paradiso!! preferisco che non trovino niente e che se veramente il petrolio ci sia, in quelche modo si nasconda, rovineranno l'unica cosa che orami è rimasto di buono nell'alto jonio... la natura che è incontaminata dai tempi della creazione è che da quel sapore di salto nel passato!!

per lo meno me no male che a montegiordano non si vedranno in lontanaza quelle schifezze galleggianti, e perquanto riguarda il nucleare quello che io credo che contestino tutti è il modo in cui dovranno venire smaltite le scorie, ancora non c'è una soluzione, e si andrà a finire in qualche modo losco che inquinerà il paese in un modo schifoso!!!!

Anonimo ha detto...

è triste questa notizia...ed è triste sapere che l'uomo sta distruggendo il pianeta!!! quella macchia di petrolio fa male al nostro mondo....e il pianeta è parte di noi...

Anonimo ha detto...

per una volta sono contento che montegiordano come al solito è esclusa da ogni cosa!!!

Francesco D'Amore ha detto...

:-D


La macchia di Petrolio rispetta i confini Territoriali????


roseto si....montegiordano no....amendolara si......Rocca no....

Anonimo ha detto...

no al petrolio...ragazzi miei diciamocela tutta: le ricchezze di questa fonte dovrebbero andare a noi ma così non sarà, proprio come in basilicata, i territori sfruttati e alla gente del posto solo i possibili lati negativi...quindi no al petrolio...io sono per il nucleare, in questo caso il fatto è questo: le grandi industrie non approvano perchè si vedrebbero togliere fondi e inoltre il lato negativo non sarebbe il pericolo di esplosione della centrale, ma lo smaltimento dei rifiuti tossici...ricordate scanzano??? succederà lo stesso in tutta italia, e dove li andremo a mettere???...dall'altra parte il governo vuole il nucleare per un fatto molto semplice, l'Italia è indebitata con la Francia per 510 miliardi di euro e quindi la francia che è creditrice del nostro paese(e quindi ci influenza parecchio) fornirà le tecnologie per le centrali all'Italia in cambio di un notevole guadagno...tutto qui...comunque dovesse andare a guadagnarci sarà qualcuno che già guadagna soldi a scialo...un'ultima cosa; qui si capisce subito che a molti interessa solo sparlare, nel post sulla festa franchino ci saranno circa 20 commenti ed in questo, molto più importante, i cari ignorantoni che non saprebbero di che/chi (s)parlare non si esprimono...by ratio

Francesco D'Amore ha detto...

Ratio, quello che dici è condivisibile è interessante, ma non ho ben capito la tua posizione sul Nucleare.

La mia è di moderato favore, come ho sempre detto su questo blog. Certo non è la panacea di tutti i mali ma è meglio che bruciare petrolio.

Alcuni paesi mettono il Nucleare in quella che ormai viene chiamata green economy, dato che le centrali sono a emissioni 0.

Ciao.

Anonimo ha detto...

si scusami, mi sono espresso senza dare un parere preciso...io sono d'accordo sul nucleare a patto che prima delle centrali siano dichiarati pronti al fuzionamento degli appositi centri di smaltimento...by ratio

Francesco D'Amore ha detto...

Posizione condivisibile......

Ciao.