venerdì 8 ottobre 2010

Unioni......


Ho più volte parlato della necessità di trovare modelli nuovi per i comuni dell'Alto Jonio cosentino, modelli che permetterebbero a questa isola Calabrese di restare a galla e di accettare le sfide del mondo Globalizzato. Ho parlato di unioni di più comuni fino a raggiungere unità di cinquemila persone che sarebbero sicuramente più efficienti e vitali. Vi propongo qui il pensiero di Riccardo Liguori che ha già contribuito altre volte alla discussione su Marina Jonica.

Il suo stile, sicuramente più moderato e chiaro del mio, aiuterà il lettore a compredere questa posizione che, a quanto pare, non è solo la mia.

Buona lettura.

DALLE “NEWS DI ATTUALITA’” DI GIOVEDI’ 8 LUGLIO 2010

SITUAZIONE DEMOGRAFICA ALLARMANTE NELL’ALTO IONIO CALABRESE, SINTOMO DI UN GRAVE MANCATO SVILUPPO

 

La gran parte dei sedici Comuni dell’Alto Ionio calabrese sono montani, ubicati tra i 650 ed i 1.000 metri s.l.m. ed il fenomeno dello spopolamento - oggetto di studio del Seminario promosso nel 2008 dall’Associazione fra ex Consiglieri della Regione Calabria e dall’Ente Parco Nazionale del Pollino - li riguarda direttamente ormai da anni. Ciò è confermato anche dagli ultimi dati demografici Istat al 1° gennaio 2010. Gli abitanti dei Comuni dell’Alto Ionio sono complessivamente 38.689, contro i 38.825 del 2009 e dal 1961, quando erano più di 45.000, sono in costante diminuzione. Solo in tre Comuni costieri si registra un aumento della popolazione, mentre sono sei i Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti, di cui due con meno di 500 anime. Insomma, sembra che non ci sia speranza di incremento demografico per l’Alto Ionio fino a quando pubblico e privato non si rimboccheranno le maniche per far decollare i tre settori trainanti dello sviluppo socio-economico ed occupazionale dell’intera zona: agricoltura - turismo - industria alimentare. Senza sviluppo, non parliamo di ricchezza, non potrà esserci futuro: i giovani, che a loro spetta mettere su famiglia, continuano ad emigrare a malincuore.

Un concetto già espresso mesi fa lo riproponiamo ai lettori: se ai politici spetta il varo di politiche di sviluppo sociale, economico ed occupazionale che contrastino l’emorragia demografica, ai privati, in particolare agli imprenditori, spetta di attuarle ad iniziare dall’investire i loro guadagni anche nel creare nuovi posti di lavoro e di favorire il lavoro regolare così da arginare quello nero e sottopagato, che sono tra i principali ostacoli allo sviluppo.

Altro grande e grave ostacolo a creare condizioni di benessere viene, purtroppo, da una certa mentalità: “è meglio restare zona depressa, sottosviluppata, così non richiamiamo l’attenzione delle organizzazioni criminali". Insomma, se non si muore di piombo si muore di inerzia…

Forse è giunto il momento di dimostrare coraggio, di sfidare l’antistato che può essere sconfitto nel produrre sana ricchezza da distribuire equamente.

Inoltre, vanno messi da parte i campanilismi per il bene comune, in modo da avviare quel processo che porti piccoli Comuni a consorziarsi tra loro in modo da fornire servizi più adeguati alle esigenze dei cittadini razionalizzando i costi.

Quando due grandi Comuni, Cosenza e Rende, che insieme contano oltre  100.000 abitanti, stanno per dare vita ad un referendum propositivo per unirsi, per dare una risposta concreta all'esigenza di una grande città unica che condivida servizi, strutture e gestione politico-amministrativa, non comprendiamo perché lo stesso non debba avvenire nei sedici Comuni dell’Alto Ionio calabrese. La nostra non è una provocazione, è una proposta da prendere in seria considerazione per il bene comune.

Riccardo Liguori


P.S.
Per chi segue la Politica Locale......su questo post c'è l'intervento di un personaggio di spicco, del quale immagino sentiremo spesso parlare in futuro. Sbirciate nei commenti.....

4 commenti :

Domenico Acciardi ha detto...

Carissimo Dott. Riccardo Liguori, personalmente è da più di 5 anni che sto lavorando a favore dell'Unione dei Comuni. Devi sapere che, per una scelta inopportuna ed errata dei Nostri amministratori di maggioranza, il Nostro caro paesino è fuori dall'Unione dei Comuni "La via del mare". per tale situazione, mi sono battuto tanto ed inoltre ho organizzato delle riunioni con il Sindaco di Policoro, il quale aveva confermato agli altri Sindaci presenti, la volontà di aderire alla neo Unione dei Comuni "la via del mare", lo stesso, si sarebbe prodigato al fine di far aderire anche gli altri comuni Lucani. A tutt'oggi, i Nostri amministratori, sono inermi, sordi e ciechi, ed io mi sento inutile alla causa, nonostante l'evidenza e la necessità di dover fare qualcosa per la salvaguardia dei residenti di questa Nostra amata e piccola comunità.
Un abbraccio caloroso.

Anonimo ha detto...

accià vat curc che è meglio

Anonimo ha detto...

ecco i soliti infami invidiosi che cercano solo di offendere chi ci mette impegno nelle cose. Questo atteggiamento non è altro che pura ignoranza dettata da una incapacità di saper vivere alla pari con gli altri. Acciardi, non farci caso, sono solo ignoranti.

Anonimo ha detto...

vat curc pur tu