venerdì 21 gennaio 2011

Compagno Giacomo Mancini!


Sto leggendo un libro di Matteo Cosenza nel quale l'autore riporta una lunga intervista a Giacomo Mancini Senior, il compianto Socialista Calabrese che ha ricoperto ruoli di primissimo piano nel Partito che fu di Nenni e Pertini.

Fu infatti Segretario Nazionale del PSI, Ministro dei Lavori Pubblici, Ministro della Sanità e del Mezzogiorno. Ha lavorato in vari governi della prima Repubblica.
Più volte infine ricoprì la carica di Sindaco della sua Città, Cosenza. Città che ancora lo rimpiange.

Matteo Cosenza fa una lunga intervista al politico, realizzata nel 1988. Un'intervista interessante perché è lo stesso leader Socialista che spiega le ragioni del suo impegno e le difficoltà di un meridionalista che voleva dare un senso diverso alla parola che io uso spesso in senso dispregiativo. Leggendo Mancini probabilmente userò l'aggettivo in maniera diversa.

Non spaventatevi, non voglio cimentarmi in recensioni che, fra l'altro, non sono nemmeno in grado di fare. Ne tanto meno tediarvi con analisi politiche che non mi competono e che sarebbero comunque  inutili. La Storia si studia non per analizzarla ma per farne sintesi. Leggendo però lacune risposte che il leader socialista ha dato al giornalista, la mia meraviglia è stata grande nel notare che il nostro paesello compariva nel pensiero di Mancini e in maniera tutt'altro che negativa.

Ormai sono abituato alle brutte notizie.......

Vi riporto invece alcune frasi che Mancini ha voluto spendere per il nostro paesello. Si Tenga presente che nel periodo storico nel quale è stata fatta l'intervista c'era una specie di battaglia tra i nuovi rampanti Socialisti alla Craxi e Martelli, contrapposti alla vecchia guardia della quale Mancini era degno rappresentante. Mancini spiegava appunto al cronista che non ci può essere niente di muovo nel partito socialista se questo fatto nuovo non si basa sulle radici storiche del partito. Per meglio illustrare il suo pensiero Mancini porta ad esempio un fatto avvenuto a Montegiordano:

Che cosa è oggi il Partito Socialista?
Quello che le sto dicendo. Non do per il momento un'analisi articolata. Di recente sono stato a Montegiordano, un comune della provincia di Cosenza quasi al confine con le Puglie e la Basilicata. È venuto a parlare un compagno cieco di ottant'anni con una lucidità di pensiero e di ricordi impressionante, la sezione era affollata di lavoratori. Che cosa è il Partito Socialista oggi? Ecco, guardando gli ambienti alti del partito, devo dire che il cambiamento si nota, guardando in basso dico che da questo partito non me ne andrò mai, qualunque cosa possa avvenire in alto.

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Lei usa ancora la parola compagni?
La usano tutti nel PSI. Va anche detto che si commette un errore quando si raffigura il PSI come interessato soltanto al potere. Sarà perché sono un uomo  del sud che ha anche conosciuto i meccanismi i meccanismi del potere e che ha conosciuto il cinismo della DC, ma io sento che alla base vogliono sentire una politica diversa che condizioni il troppo potere della DC. Sanno che cosa è la DC di De Mita o di Misasi, la toccano con mano, e vorrebbero che, pur essendo al governo, noi fossimo diversi, impegnati a tutelare e proteggere i cittadini, i loro diritti, il rispetto delle Persone. Nel comune di Montegiordano c'erano anche i comunisti affiancati con i socialisti che non si fanno travolgere dal temporale che c'è fra i due partiti. Se all'epoca del centro sinistra avessimo avuto il PCI dei giorni nostri molte cose sarebbero andate diversamente. Su questo punto una riflessione non si fa.

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Eppure non la capisco. Come si spiega il fatto che a una mutazione genetica, se mi passa la parola, di questo partito faccia da contraltare l'ovazione che accoglie lei al congresso di Rimini.
Ma allora non ha compreso l'episodio di Montegiordano. Un partito è un fatto complesso, non monolitico nella composizione anche se lo è nella fase delle decisioni. Dare un giudizio definitivo e complessivo non è facile. È fuori di luogo che non c'è contestazione alla leadership di Craxi, ma è anche vero che nel corpo collettivo del partito ci sono componenti garantiste e libertarie, critiche nei confronti della magistratura, insofferenti dell'egemonia DC, non dichiaratamente ostili al PCI, convinte della necessità di un meridionalismo non piatto né rassegnato. Gli applausi per me vengono da queste presenze. Potrei aggiungere che c'è un altro motivo che riguarda la mia lealtà nei confronti del partito che si manifesta anche quando esprimo critiche.


Naturalmente è fuori dagli scopi di questo mio post analizzare il testo che vi ho proposto. È storia politica, ognuno la legge come gli pare e ne trae le sue conclusioni. È interessante invece il richiamo a quel convegno fatto presumibilmente nel 1988 che ha tanto colpito l'Onorevole Mancini. Chi era quel "Compagno Ottantenne Cieco" che ha preso la parola in un'assemblea di lavoratori Montegiordanesi???
L'immagine che l'Onorevole socialista fa del nostro paesello è davvero commovente e mi piacerebbe che alcuni lettori di Marina Jonica che hanno qualche anno più di me e che magari si ricordano qualcosa dell'avvenimento, contribuiscano con i loro ricordi per descrivere un'assemblea che ha commosso uno dei politici meridionali più importanti della nostra storia.


Che diavolo gli avete raccontato a Giacomo Mancini nel 1988?????    :-D


Buona Discussione.

1 commento :

Francesco D'Amore ha detto...

Rispondo ad un lettore cercando di farmi capire solo da lui.... non voglio parlare qui di una cosa tanto triste.

Non sbagli.....

Ho censurato il tuo messaggio sicuro che questa risposta ti basterà senza far partire discussioni su un argomento che, come hai fatto notare, non c'entra con il topic dell'articolo.

Buona Discussione.