di Elvira Panno
Stamattina
chi si trovava sulla spiaggia a ridosso dell’ormai memorabile
Camping Columbia ha avuto, piuttosto che la classica enigmistica da
ombrellone, un rompicapo in carne ed ossa da risolvere anche in tempi
brevi.
Intorno
alle 11, si intravede, infatti, all’orizzonte di un mare
insolitamente torbido ed agitato, un oggetto di colore scuro che
appare crogiolarsi al largo, incurante delle onde animate più del
consueto.
Dopo una
buona mezz’ora di ipotetici responsi, che hanno espresso risposte
delle più creative e fantasiose ( testa di cinghiale, delfino
decomposto, ‘uomo morto’, legno secco, ecc…), la ‘cosa’ si
avvicina, grazie al moto insistente del mare. Bambini e bagnanti
accerchiano Enzo, che, con un lungo ramo secco accompagna
l’arenamento dell’esemplare di tartaruga marina più diffuso
dalle nostre parti e nel Mediterraneo: una tartaruga comune della
specie Caretta caretta, priva di vita. Di questo tipo ne sono state
avvistate e recuperate altre negli anni precedenti sulle coste dello
Jonio.
Mentre si
attende l’arrivo della Capitaneria di Porto, avvisata
nell’immediato, i presenti analizzano da vicino l’animale
tentando ulteriormente di indovinare la causa del suo decesso, viste
anche le escoriazioni sulla testa oltre che sul dorso. Dalle foto si
può notare chiaramente che il carapace della testuggine, dilatato a
conseguenza del decesso probabilmente in nottata, è stato, con molta
probabilità, lesionato, quasi ‘sbucciato’, dalle pale dell’elica
di una imbarcazione. E, dato che gli esemplari più giovani delle
tartarughe marine del Mar Mediterraneo sono soliti muoversi più in
superficie, secondo quanto appreso dalle più comuni enciclopedie, si
è anche pensato che non fosse molto avanti negli anni e che
probabilmente stesse nuotando verso i lidi della Grecia o della
Tunisia dove queste specie protette hanno l’abitudine di deporre le
uova o di cercare cibo.
Insomma,
rompicapo o no, la tartaruga ora è in mano alle autorità della
Guardia Costiera che si occuperanno della sua giusta sistemazione.
Elvira
Panno
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