mercoledì 30 gennaio 2013

Tanto per fare il punto.... Sibari

Fonte: Ansa
di Antonio Iannicelli 
articolo del 29/01/2013

E' uno scenario apocalittico quello che appare in ogni angolo del parco archeologico di Sibari, sommerso dal fango e dall'acqua del fiume Crati dopo l'esondazione causata dalla pioggia. E così sembra di essere tornati al 510 a.C., quando i crotoniani decisero di deviare il corso del fiume che distrusse completamente l'opulenta polis magnogreca di Sybaris. Lo scorso 18 gennaio, dopo due millenni e mezzo, il Crati è esondato di nuovo, questa volta non per motivi bellici, e ha allagato completamente il parco archeologico di Sibari, mettendo in serio pericolo un patrimonio di inestimabile valore storico-culturale. I danni, che è ancora troppo presto per calcolare, appaiono ingentissimi. L'esondazione ha coperto d'acqua totalmente il sito, dove le campagne di scavi che si sono succedute nel corso degli anni hanno portato alla luce reperti riferibili alle tre città sorte in quei luoghi. Sybaris, antica polis magno greca, realizzata nel 720 a.C. e distrutta nel 510 a.C. dai crotoniani; Thurii, fondata nel 443 a.C. dai sibariti che, dopo la distruzione di Sybaris, non si erano dispersi, e infine, nel 194 a.C., sullo stesso sito dove erano state edificate Sybaris e Thurii, la città romana di Copia. I primi danni provocati dall'esondazione del Crati sono già visibili. Alcune creste di mura sono state spazzate via. Oggi la situazione è migliorata, l'acqua è stata succhiata via dalle grandi idrovore recuperate da vigili del fuoco e protezione civile, ma resta il problema del fango. Una situazione difficile da affrontare e su cui i tecnici e i responsabili della Soprintendenza ai Beni archeologici della Calabria si stanno interrogando. Dovranno evitare che il fango si asciughi bruscamente e diventi crosta ingestibile, difficile da togliere. Stanno pensando di utilizzare le loro idrovore per mantenere l'acqua al livello della falda e, quindi, tenere umido il fango. Poi avranno da fare con i lavori più delicati, come la pulitura delle vestigia. Solo allora si potrà avere un'esatta quantificazione dei danni e una conseguente quantificazione delle spese. Con il passare dei giorni moltissime associazioni e tantissimi volontari hanno offerto la loro solidarietà e la loro collaborazione. Nei giorni successivi all'alluvione è partita la mobilitazione di studiosi, accademici, intellettuali, da Salvatore Settis a Mirella Baracco, Andrea Giardina, Filippo Veltri, Jean Luc Lamboney, che hanno lanciato dalle colonne del 'Quotidiano della Calabria' l'appello 'Salviamo Sibari' per richiamare l'attenzione sul sito in pericolo. Le adesioni sono già centinaia ma non basta. Giovanni Papasso, il sindaco di Cassano allo Jonio, il centro di cui Sibari è frazione, si è rivolto ieri anche al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendogli di adoperarsi "per risolvere la situazione di emergenza". Nel piccolo centro calabrese, intanto, è stata un'esplosione di solidarietà, subito concretizzata dall'impegno degli uomini del Consorzio di bonifica di Trebisacce (Cosenza), dei vigili del fuoco del Comando provinciale di Cosenza, della Coldiretti Calabria e della Protezione civile regionale. Per otto giorni, ininterrottamente, giorno e notte, esposti all'intemperie, con alcune grosse idrovore, hanno pompato acqua per liberare i cinque ettari di area archeologica che erano ricoperti dai circa 200 mila metri cubi di acqua mista a fango. Ma ora, guardando la melma e l'acqua che ancora sommergono il sito, il timore che assale studiosi e volontari è che lo splendore dell'antica Sybaris sia ormai compromesso definitivamente.

martedì 29 gennaio 2013

Michele Grande, Villapiana. Candidato FLI.

di Noemi Nicoletti
Fonte: blog di Franco Lofrano

“Villapiana battezza la sua prima candidatura alla camera dei deputati” E’ degli scorsi giorni la notizia che il giovane trentenne Michele Grande, già segretario della sezione Fli di Villapiana(CS), ha annunciato la sua candidatura alla camera per le prossime elezioni politiche 2013. Noi l’abbiamo intervistato per voi: 

-Salve Michele, per cominciare, molti dei nostri lettori voteranno per la prima volta quest’anno. Ci spieghi le procedure della votazione. 
Semplicissimo. Ci saranno due schede (una per la camera, l’altra per il senato) e bisognerà mettere la X sul simbolo del partito che si vota. 

-Ci parli della sua carriera politica fino ad oggi. 
Ho iniziato ad occuparmi di politica a 18 anni durante l’università a Milano. Tesserato in “Forza Italia Giovani” facevo parte del coordinamento cittadino e provinciale e in più ero segretario di un partito al Politecnico di Milano, università in cui studiavo per l’appunto. Poi dopo essere sceso dall'università  appena tornato a Villapiana, sono stato inserito in una lista che concorreva per le comunali e sono stato fra i giovani primi eletti. Dopo l’esperienza delle comunali mi sono preso un anno di pausa perché l’ambiente da cui venivo (Forza Italia e il Berlusconismo) non rispecchiavano più quelli che erano i miei valori, stavano bruciando tutti i presupposti per i quali era nato il PdL. Finché Gianfranco Fini non puntò il dito contro Berlusconi dicendo “che fai mi cacci?”, da quel momento ho aperto immediatamente gli occhi, mi è tornata la voglia di politica, ho creato una sezione di Futuro e Libertà, sono stato eletto segretario cittadino, sono entrato nel coordinamento regionale, mi hanno nominato coordinatore dell’Alto Jonio e la sezione di Villapiana è stata una delle più forti della Calabria finché i vertici regionali mi hanno chiesto di candidarmi alla Camera come giovane rappresentante di una classe politica nuova e fresca. 

-Quali sono gli obiettivi del suo partito? 
Continuare sulla scia di Monti, sulla scia della credibilità internazionale distrutta dal Governo Berlusconi. Contribuire con il supporto concreto della politica a creare un Monti-bis guidato dalla politica e che vada finalmente a toccare il ceto medio alleggerendo la pressione fiscale, a tutelare piccole e medie imprese con più tranquillità e mantenendo sempre fede al principio di giustizia sociale che Fli sostiene da sempre. La cura appena terminata era amara ma necessaria, ripartiamo da dove siamo rimasti, ripartiamo da un’Italia più credibile e finalmente fuori dal baratro greco per fare finalmente le riforme tanto attese 

-Da qui scaturiscono due domande: 1) Monti ha provato a dimezzare il debito pubblico attraverso le manovre che tutti conosciamo e che hanno colpito drasticamente in particolar modo la classe medio-bassa. Questi sacrifici degli italiani erano assolutamente necessari? Non c’era un altro modo per far fronte al problema, come per esempio attuare una politica di investimento? 2)Gli italiani sono confusi: fino a prima si diceva che i sacrifici a cui sono stati sottoposti erano inevitabili, e adesso invece in vista delle elezioni, a sentire le dichiarazioni dei politici che fanno molte promesse a favore dei cittadini, pare che ci siano altri modi per risolvere la questione. C’è qualcosa che non quadra! 
1) Sicuramente si poteva fare meglio, sicuramente si sarebbe potuto utilizzare il principio di “giustizia sociale” nel vero senso del termine, ma la medicina, seppur amara, era necessaria per toglierci dal baratro. Poco prima delle dimissioni di Berlusconi l’Italia era arrivata al punto di non avere i fondi per pagare gli stipendi statali. La cura Monti poteva andare meglio, ma la credibilità restituita a livello internazionale, ci ha spinti a sostenerlo per un piano di riforme serio e che vada a recuperare tutti i se e i ma che ci siamo posti durante il suo mandato. 2) La questione vera è la demagogia di tanti partiti che, dopo aver sostenuto Monti votandogli tutte le fiducie, si ritrovano a dire tutto il contrario di tutto mandando in confusione l’elettorato che ormai è stanco delle chiacchiere. Fli e Gianfranco Fini sta dicendo che è finito il tempo delle promesse false, del populismo e dello spot fine a se stesso, ma bisogna mettersi in testa che i prossimi 5 anni di Governo non saranno una passeggiata. Interventi seri, mirati e tentativo convinto di aiutare il motore dell’economia italiana ovvero la piccola e media impresa con un occhio di riguardo ai ceti deboli troppo dimenticati dal Governo Monti. Il resto è mera propaganda elettorale, i miracoli non accadono più 

-Per “giustizia sociale” intende dire che chi è più ricco deve pagare più tasse e che quindi non le sembra giusto che chi guadagna, per esempio, 1000€ deve pagare il 20% di tasse così come chi ne guadagna 10000. Vero? 
Preciso e perfetto. 

-Ma così si avrebbe la sfiducia da parte dei colleghi parlamentari che come è risaputo hanno gli stipendi belli gonfi! O mi sbaglio? 
Il taglio agli stipendi dei parlamentari e la diminuzione del numero sono i primi due obiettivi della coalizione guidata da Monti. I colleghi parlamentari devono iniziare a capire che la cinghia bisogna tirarla tutti, non solo i fessi. -Ma se non hanno avuto la minima intenzione di abbassare i propri stipendi 13 mesi fa, perché mai adesso dovrebbero esser d’accordo nel farlo? si vota a maggioranza, se la coalizione di Monti avrà la maggioranza voteremo ugualmente, anche contro il parere degli altri parlamentari. 

-L’anno scorso ci fu un emendamento, avanzato dalla senatrice Pd Leana Pignedoli, che proponeva di ponderare gli stipendi dei parlamentari italiani su livelli europei, ma tale proposta fu bocciata. I nostri politici sono quello che sono, come ci si può aspettare da loro il fatto che votino una legge che gli auto diminuisce lo stipendio? 
La maggior parte dei nostri parlamentari, sono a Montecitorio e Palazzo Madama da anni e sono così inseriti nel sistema che non si rendono conto nemmeno di quanto potrebbe costare un litro di latte. Bisogna sostenere un ricambio generazionale e approvare l’incandidabilità dopo un massimo di due legislature per avere un parlamento efficiente e sempre fresco. 

-Va bene, quindi in pratica lei sostiene che la coalizione di Monti miri al bene dei cittadini, al contrario degli altri parlamentari che badano soltanto ai fatti propri. Può metterci la mano sul fuoco? 
La mano sul fuoco la metto sul mio partito, se così non dovesse essere Fli non ci penserà due volte a togliere la fiducia a Monti. 

-Bene bene, ed ora, prima di concludere, parliamo delle tematiche che ci riguardano più da vicino: con queste elezioni, se il suo partito otterrà molti voti, lei ha delle probabilità di entrare in Parlamento e di conseguenza darebbe visibilità all’Alto Ionio? 
Se il partito dovesse prendere molti voti ho possibilità di entrare e conseguentemente di dare visibilità a Villapiana e all’Alto Jonio. E’ certamente una candidatura storica, la prima alla Camera dei Deputati nella storia di Villapiana quindi cercheremo di fare il massimo con la speranza che i villapianesi sapranno finalmente fare una scelta unitaria. 

-Quali problemi dell’Alto Jonio pensa che meritino visibilità in Parlamento? 
Ospedali inesistenti, strade inesistenti, ferrovie chiuse, treni soppressi, aeroporto della sibaritide mai realizzato, disoccupazione a tassi elevatissimi, presidi di giustizia chiusi, presidi scolastici chiusi. Di roba da dire in parlamento ce ne sarà pure troppa. Interessante! L’intervista è terminata, rivolgo i miei più cari saluti e auguri a questo giovane affascinante politico che promette bene e lo ringrazio per la disponibilità. 


lunedì 28 gennaio 2013

Quando fu il giorno della Calabria!

Credo che il miglior modo di presentare la Calabria ai miei conterranei dell'Alto Jonio Cosentino, che mi rendo conto la conoscono poco e male, e ai non Calabresi, sia quello di proporre la Poesia di Leonida Repaci.

Viviamo in una terra maledetta e stupenda. Una terrà che lo scrittore Calabrese che porta il nome di un eroe ha descritto nel più bello dei modi possibili. 

Buona Lettura.


Quando fu il giorno della Calabria!
di Leonida Repaci

Quando fu il giorno della Calabria Dio si trovò in pugno 15000 km2 di argilla verde con riflessi viola. Pensò che con quella creta si potesse modellare un paese di due milioni di abitanti al massimo. Era teso in un maschio vigore creativo il Signore, e promise a se stesso di fare un capolavoro. Si mise all’opera, e la Calabria uscì dalle sue mani più bella della California e delle Hawaii, più bella della Costa Azzurra e degli arcipelaghi giapponesi. Diede alla Sila il pino, all’Aspromonte l’ulivo, a Reggio il bergamotto, allo Stretto il pescespada, a Scilla le sirene, a Chianalea le palafitte, a Bagnara i pergolati, a Palmi il fico, alla Pietrosa la rondine marina, a Gioia l’olio, a Cirò il vino, a Rosarno l’arancio, a Nicotera il fico d’India, a Pizzo il tonno, a Vibo il fiore, a Tiriolo le belle donne, al Mesima la quercia, al Busento la tomba del re barbaro, all’Amendolea le cicale, al Crati l’acqua lunga, allo scoglio il lichene, alla roccia l’oleastro, alle montagne il canto del pastore errante da uno stazzo all’altro, al greppo la ginestra, alle piane la vigna, alle spiagge la solitudine, all’onda il riflesso del sole. Diede a Cosenza l’Accademia, a Tropea il vescovo, a San Giovanni in Fiore il telaio a mano, a Catanzaro il damasco, ad Antonimina il fango medicante, ad Agnana la lignite, a Bivongi le acque sante, a Pazzano la pirite, a Galatro il solfato, a Villa San Giovanni la seta greggia, a Belmonte il marmo verde. Assegnò Pitagora a Crotone, Orfeo pure a Crotone, Democede pure a Crotone, Almeone pure a Crotone, Aristeo pure a Crotone, Filolao pure a Crotone, Zaleuco a Locri, Ibico a Reggio, Clearco pure a Reggio, Cassiodoro a Squillace, San Nilo a Rossano, Gioacchino da Fiore a Celico, Fra’ Barlaam a Seminara, San Francesco a Paola, Telesio a Cosenza, il Parrasio pure a Cosenza, il Gravina a Roggiano, Campanella a Stilo, Mattia Preti a Taverna, Galluppi a Tropea, Gemelli-Careri a Taurianova, Guerrisi a Cittanova, Manfroce a Palmi, Cilèa pure a Palmi, Alvaro a San Luca, Calogero a Melicuccà, Rito a Dinami. Donò a Stilo la Cattolica, a Rossano il Patirion, ancora a Rossano l’Evangeliario Purpureo, a San Marco Argentano la Torre Normanna, a Locri i Pinakes, ancora a Locri il Santuario di Persefone, a Santa Severina il Battistero a Rotonda, a Squillace il Tempio della Roccelletta, a Cosenza la Cattedrale, a Gerace pure la Cattedrale, a Crotone il Tempio di Hera Lacinia, a Mileto la zecca, pure a Mileto la Basilica della Trinità, a Santa Eufemia Lametia l’Abbaziale, a Tropea il Duomo, a San Giovanni in Fiore la Badia Florense, a Vibo la Chiesa di San Michele, a Nicotera il Castello, a Reggio il Tempio di Artemide Facellide, a Spezzano Albanese la necropoli della prima età del ferro. Poi distribuì i mesi e le stagioni alla Calabria. Per l’inverno concesse il sole, per la primavera il sole, per l’estate il sole, per l’autunno il sole. A gennaio diede la castagna, a febbraio la pignolata, a marzo la ricotta, ad aprile la focaccia con l’uovo, a maggio il pescespada, a giugno la ciliegia, a luglio il fico melanzano, ad agosto lo zibibbo, a settembre il fico d’India, a ottobre la mostarda, a novembre la noce, a dicembre l’arancia. Volle che le madri fossero tenere, le mogli coraggiose, le figlie contegnose, i figli immaginosi, gli uomini autorevoli, i vecchi rispettati, i mendicanti protetti, gl’infelici aiutati, le persone fiere leali socievoli e ospitali, le bestie amate. Volle il mare sempre viola, la rosa sbocciante a dicembre, il cielo terso, le campagne fertili, le messi pingui, l’acqua abbondante, il clima mite, il profumo delle erbe inebriante. Operate tutte queste cose nel presente e nel futuro il Signore fu preso da una dolce sonnolenza, in cui entrava il compiacimento del creatore verso il capolavoro raggiunto. Del breve sonno divino approfittò il diavolo per assegnare alla Calabria le calamità: le dominazioni, il terremoto, la malaria, il latifondo, le fiumare, le alluvioni, la peronospora, la siccità, la mosca olearia, l’analfabetismo, il punto d’onore, la gelosia, l’Onorata Società, la vendetta, l’omertà, la violenza, la falsa testimonianza, la miseria, l’emigrazione. Dopo le calamità, le necessità: la casa, la scuola, la strada, l’acqua, la luce, l’ospedale, il cimitero. Ad esse aggiunse il bisogno della giustizia, il bisogno della libertà, il bisogno della grandezza, il bisogno del nuovo, il bisogno del meglio. E, a questo punto, il diavolo si ritenne soddisfatto del suo lavoro, toccò a lui prender sonno mentre si svegliava il Signore. Quando, aperti gli occhi, potè abbracciare in tutta la sua vastità la rovina recata alla creatura prediletta , Dio scaraventò con un gesto di collera il Maligno nei profondi abissi del cielo. Poi, lentamente rasserenandosi, disse: - Questi mali e questi bisogni sono ormai scatenati e debbono seguire la loro parabola. Ma essi non impediranno alla Calabria di essere come io l’ho voluta. La sua felicità sarà raggiunta con più sudore, ecco tutto.

Utta a fa juornu c’a notti è fatta -. Una notte che già contiene l’albore del giorno.

 Leonida Repaci Palmi 
( RC) 1898 - Roma 1985

venerdì 25 gennaio 2013

La Storia nel Fango.

La storia nel fango. La storia di uno dei posti più importanti del nostro territorio, forse il più importante. Sibari è stata distrutta la prima volta dal fango già millenni fa, e la storia si ripete. Oggi non ha causa di una guerra persa contro i Crotonesi ma forse per ragioni dovute all'incuria degli argini sul Crati insieme ad un evento eccezionale che ha rovesciato sul territorio il 25% di tutta l'acqua che generalmente cade in un anno. Non è quindi il tempo di cercare responsabili ma soluzioni, magari rafforzando le idrovore che bonificano l'aria e prevenendo eventi simili  in dotazione o migliorando la manutenzione del Crati.

Parleremo di questa eventi..... qui di seguito un comunicato stampa del Consigleire Regionale Gallo, già Sindaco di Cassano-Sibari.

Buona Discussione.





COMUNICATO STAMPA

Parco archeologico di Sibari: l’assessore Caligiuri richiama l’attenzione del Governo
Domani la questione sarà portata sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni
Il consigliere regionale Gallo: «Individuare risorse finanziarie utili al superamento dell’emergenza».



Il dramma del parco archeologico di Sibari deve diventare questione di interesse nazionale. Per questo già domani, in occasione della seduta della Conferenza Stato-Regioni, l’assessore regionale alla cultura Mario Caligiuri inviterà i suoi colleghi assessori di tutte le regioni d’Italia a sottoscrivere un documento da presentare al Governo per chiedere all’esecutivo di intervenire con urgenza per affrontare i danni causati dallo straripamento del fiume Crati.
Questo l’impegno assunto stamane da Caligiuri nel corso del sopralluogo a Sibari, effettuato insieme al presidente della Quarta commissione consiliare regionale Gianluca Gallo, alla presenza, tra gli altri, della direttrice del polo archeologico sibarita, Silvana Luppino, e dei sindaci di Cassano Ionio, Francavilla e Trebisacce, rispettivamente Giovanni Papasso, Leonardo Valente e Franco Mundo, oltre che del presidente del Consorzio di Bonifica, Marsio Blaiotta. Dopo una visita al parco del Cavallo, ancora ricoperto da diversi metri d’acqua e fango, s’è svolta una riunione operativa, ospitata nei saloni del museo archeologico nazionale della Sibaritide. La gravità della situazione è stata richiamata da tutti gli intervenuti, in particolare dai sindaci del territorio, che hanno sollecitato massima attenzione per Sibari e per tutti gli insediamenti archeologici del comprensorio. Per liberare l’area archeologica dalle acque del Crati, ha ipotizzato invece Blaiotta, servirà almeno un’altra settimana. Tempo prezioso, da impiegare lavorando per attivare canali di finanziamento necessari per il ritorno alla normalità.
In questa direzione, la scelta di passare dalla Conferenza Stato-Regioni per dare un respiro istituzionale nazionale alla tematica. Ma saranno anche altre le strade che saranno percorse. «L’assessore Caligiuri – spiega Gallo – ha dato la disponibilità a valutare con gli uffici del suo assessorato la mia richiesta di stanziare immediatamente un primo finanziamento a sostegno dei lavori indispensabili per il ripristino della fruibilità del parco. Inoltre, ci si attiverà per ottenere stanziamenti da ritagliare nell’ambito del fondo nazionale di coesione ed all’interno delle somme che l’Anas corrisponderà, a titolo di ristoro ambientale, per i lavori di ammodernamento della statale 106». Conclude Gallo: «Terremo accesi i riflettori sulla vicenda, puntando ad un coinvolgimento diretto del Governo per riuscire, di concerto con gli enti locali interessati, a restituire quanto prima alla normalità uno spicchio di storia e di cultura che appartiene non solo alla Calabria ed all’Italia, ma al mondo intero».
Reggio Calabria, 22 gennaio 2013
Regione Calabria
Quarta Commissione Consiliare
Ufficio di presidenza

mercoledì 23 gennaio 2013

Inaugurazione Centrale Idroelettrica del Cino in agro di Corigliano Calabro


Alcuni lettori mi hanno chiesto lumi sull'opera in Oggetto nel precedente post. Io non sono a corrente dei  dettagli dell'opera stessa, ma posso segnalarvi alcuni video trovati in rete. Quello sopra è più esplicativo, credo, dell'opera in oggetto. 

Sotto un altro video altrettanto interessante.

Buona Discussione.


martedì 22 gennaio 2013

Consorzio di Bonifica: Infrastruttura sul Cino



Se avrete la bontà e il tempo di leggere quanto scritto sopra, potete apprendere di un opera abbandonata che finalmente viene rilanciata e messa in condizione di servire il territorio e chi lo abita.

Riporto l'incipit del volantino per comodità:

Un progetto degli anni 80 rimasto prigioniero di un’epoca passata che oggi diventa realtà. Un sogno inseguito negli anni dal Consorzio Sibari‐Crati e mai realizzato. Oggi, avvedutezza e ingegno hanno avuto ragione nell’interesse della Comunità agricola di un vasto territorio che, con questa opera concretizza il concetto di multifunzionalità della risorsa idrica. Tanto, ancora più carico di significato, se solo si pensa che il tempo dell’inaugurazione, coincide con l’anno internazionale della cooperazione idrica. Questa iniziativa non si chiude in Calabria ma ha respiro internazionale. Parliamo della centrale idroelettrica del “Cino”, in contrada “Insiti”, nel Comune di Corigliano, inaugurata il 12 gennaio scorso che, grazie alla produzione di energia cinetica prodotta dalle acque del torrente Cino “Cino”, le aziende agricole coriglianese e rossanese (distretto irriguo del dx Crati), potranno avere costantemente l’acqua per irrigare i propri campi.

Un'opera importante quindi, che fa onore al Consorzio di Bonifica di Trebisacce e al Presidente Marsio Blaiotta. Una cattedrale strappata definitivamente al proverbiale deserto di inefficienza e spreco.

Con buona pace di alcuni politici locali, il nostro Onorevole Montegiordanese Mario Franchino in testa,  che stanno conducendo una lotta senza quartiere contro l'ente che oggi sta dando una bella prova di efficienza. 

Una polemica contro i contributi consortili che forse è stata cavalcata da alcuni con una dose di populismo che spesso è appannaggio di ben altre componenti politiche, non certo di quella Democratica. Ho lasciato il PDL anche perché nauseato dal populismo imperante in quel partito. 

Una linea quindi, quella di Franchino, non certo sposata da tutti gli aderenti al PD, qui potete leggere la risposta pronta del circolo democratico di Francavilla Marittima che credo riassume al meglio le posizioni di molti.

Buona Discussione. 




giovedì 17 gennaio 2013

Murales: Saludos desde mexico


Vi allego sopra la mail di un visitatore particolare, un Messicano che si è trovato non so bene perché sulle nostre colline Montegiordanesi. Si tratta del Dottor Raoul Quezada, un medico dentista da quel poco che ho letto qui. Dovrebbe essere il tipo nella seconda foto a destra sul sito che vi ho allegato. Pare che il Dottore abbia particolarmente apprezzato i nostri murales tanto da inviare all'autore una accorata mail di ringraziamento. Sono tanti che apprezzano i murales del maestro Lateana, tanti estimatori che bilanciano le critiche a volte insensate che si spiegano solo con l'atteggiamento proprio degli abitanti di quel paese di cui si diceva che stentano spesso a trovare nuove strade, nuovi percorsi. Nuovo cammino.

Ma le cose cambiano.... e cambieranno. I murales stanno dando nuova forza e forma al paesello anche contro i volere degli stessi abitanti. Se ne parla spesso di questi schizzi che rendono particolari le strade del nostro centro storico. Una risorsa che andrebbe tutelata con più forza.

Sotto vi propongo una forse improbabile traduzione dello spagnolo, sperando che l'anno che ho trascorso a studiare in Spagna sia servito a qualcosa. 

Buona Discussione.

di Roul Quezada A.
Dalla Marina siamo saliti in montagna, fino a Montegiordano Paese facendo diventare questo giorno indimenticabile data la opportunità che avemmo di ammirare l'opera dei Murales. Opere che svegliano lo spirito fino, leggendo e apprezzando ogni frase sui muri. Una splendida giornata che mi permette di dire: grazie maestro Lateana per averci fatto passare dei momenti che resteranno impressi nella memoria di coloro i quali hanno avuto l'opportunità di osservare la sua opera. Spero di tornare presto e spero che lei abbiamo l'opportunità di realizzare nuovi progetti.
Dott. Raul Quezada A.
Presidente S.O.L. - Mexico.



domenica 13 gennaio 2013

Riappropriamoci degli Spazi


Un po in ritardo ma i ragazzi della Lausberg mi scuseranno se prendo spunto dall'evento che hanno organizzato per focalizzare l'attenzione sugli spazi, sempre pochi, a disposizione di chi vorrebbe organizzare la resistenza alla disgregazione sociale nei paeselli come Montegiordano. 

Una bestia da combattere con il pugnale fra i denti. Una bestia, la solitudine, che uccide una comunità perché mina direttamente le fondamenta della stessa. Credo che i ragazzi dell'associazione culturale Lausberg abbiamo capito prima di altri questo genere di problema.

I luoghi sono importanti, perché nei luoghi si svolge la vita sociale dell'animale sociale per definizione. L'uomo ha bisogno di luoghi per esprimersi, per gioire, per soffrire, per vivere. A Montegiordano alcuni di questi luoghi sono stati progressivamente abbandonati e vanno ripristinati. 
Uno di questi può essere ad esempio il mercato coperto in Marina, che potrebbe essere rivisto come una piccolissima sala convegni dotata di acceso ad internet e strumenti per la proiezione senza spendere un occhio della testa. Un mercato coperto salvato però dallo stato di abbandono nel quale versa oggi. Provate a restare in quel luogo umido e malsano per più di un paio d'ore d'inverno per verificare quanto dico.

Un altro importante luogo  l'anno riscoperto i ragazzi della Lausberg: il bocciodromo Mimmo Migneco può essere un luogo dove far ripartire i meccanismo di una socialità perduta, specialmente in quella parte della popolazione anziana, maggioritaria nei paeselli come il nostro, che passerebbero volentieri il loro tempo in un luogo come quello.

Piccole cose, piccole grandi cose per combattere uno dei mali più ostici e cattivi prodotto dagli scarti della società moderna: la solitudine. Io oggi vivo bene, mi piace vivere oggi e non ieri. Ma questo non mi impedisce di cogliere alcuni aspetti critici che vanno rivisti e migliorati.

Lausberg ci ha indicato un luogo da riconsegnare ai Montegiordanesi per farli sentire meno soli.

Buona Discussione

mercoledì 2 gennaio 2013

Montegiordanesi: Dante Fiordalisi



Belle Storie.... Belle storie di Montegiordanesi che hanno lasciato il segno. Sopra quella di Dante Fiordalisi. Un uomo che forse è poco conosciuto da chi ha la mia età, ma molto stimato da molti di coloro che leggono Marina Jonica e che hanno l'età di mio padre. 

Cliccate sulla figura con l'articolo di Alfano per leggere una bella storia Montegiordanese.

Buona lettura.

Le Ballate di Donaddio



Oggi vi segnalo il Libro di Poesie del Nostro compaesano Domenico Donaddio. Le ballate possono piacere o meno, ma lo stile è senz'altro non banale. 

Molti, credo, loderanno l'autore. Parecchi lo faranno da ipocriti, senza aver nemmeno letto una sillaba di quello che Domenico ha scritto. Io, che ne ho letto alcune parti, evito le lodi e faccio una domanda. 

Non capisco perché Domenico abbia così in noia la Modernità. Da quello che leggo mi sembra che la giudichi con un certo senso critico che non condivido del tutto. Sono sicuro che l'autore stesso saprà illuminarmi su alcuni suoi punti di vista senza scadere nel banale "stavamo meglio quando stavamo peggio"
Io certo sono un po di parte: dato il lavoro che faccio sono cresciuto a pane e innovazione. Solo il pensiero di tornare indietro, o limitare il processo di sviluppo, mi inquieta. Certo si fanno molti errori e non tutto cioè che è moderno o innovativo è per forza di cose positivo.... ma al netto di molti errori tutto sommato sono convito che "si sta meglio ora che si sta meglio"
L'innovazione è un processo che va avanti per step successivi, try and error ci hanno insegnato nelle facoltà di Ingegneria del Software. E senza provare sbagliando non si va da nessuna parte. Se per paura di sbagliare non ci provi nemmeno, resti inchiodato allo status quo come un idiota che ha perso la strada.

Le Ballate più che scritte sono montate, assemblate. Questa loro caratteristica le rendono interessanti e differenti da altre cose del genere che mi sono capitate davanti. 

Dopo questa recensione non richiesta (e senz'altro inpoortuna) vi segnalo il link dove poter comprare il libro, oppure rivolgetevi direttamente all'autore.

Spero che Domenico continui a scrivere, anzi sono sicuro che continuerà a farlo da professionista.
Buona la prima. La poesia l'abbiamo letta. Ora aspettiamo la prosa.

Buona Discussione.

P.S.
Non ho mai letto seriamente un libro di poesie, non è il mio campo. Datemi del codice sorgente scritto in differenti linguaggi di programmazione e riuscirò a estrarne il senso... ma la poesia va un tantinello fuori dal mio "scope". Ergo.... potrei aver compreso tutto e il contrario di tutto. Chiedo scusa all'autore, quindi, se i miei commenti risultassero del tutto fuori luogo.