Di seguito un pezzo di storia disconosciuto del nostro paesello. Un pezzo di storia contemporanea offerto dal Professor Carmelo Mundo, che ringrazio per aver arricchito la discussione su questo blog locale in un periodo dove parlare di rivoluzionari antichi può sicuramente aiutare quelli moderni.
È infatti significativo per un Montegiordanese rileggere i nomi di compaesani che nel risorgimento, con buona pace di revisionisti improvvisati, hanno fatto l'Italia.
Che bella o brutta è l'unica Patria che abbiamo e finché l'abbiamo il mio consiglio è quello di tenercela stretta.
Vi lascio alla lettura del breve estratto storico.
Buona Discussione.
di Carmelo Mundo
Pagina
12 – N. 4 – APRILE 2008 Confronti
Mensile dell’Alto Jonio di Attualità
Politica e Cultura
I
MONTEGIORDANESI NELLA RIVOLUZIONE CALABRESE DEL 1848
di
Carmelo Mundo
Nella prima metà del
1848 la provincia di Cosenza fu attraversata da un moto
insurrezionale che ebbe come principali esponenti Domenico Mauro,
originario di S. Demetrio Corone, e Tommaso Ortale, entrambi
implicati nei precedenti moti calabresi del 1844.
Il movimento
nacque in risposta alle misure repressive introdotte nel Regno delle
due Sicilie da Ferdinando II di Borbone dopo una brevissima ed
illusoria promulgazione della Costituzione, da lui concessa ai suoi
sudditi soprattutto dietro pressione di provvedimenti analoghi
adottati dai Sovrani degli altri Staterelli italiani, ma subito
disattesa e disapplicata
Il malcontento e la ribellione
cominciarono a serpeggiare e a diffondersi un po’ ovunque, dando
luogo alla nascita, in molti centri abitati, di comitati,
sottocomitati e circoli ispirati alla Giovane Italia e denominati
“chiese”, tra cui molto attiva fu “la chiesa del
Pennino” creata nella vicina Amendolara.
I predetti comitati,
che operavano in assoluta clandestinità, riuscirono a reclutare
molti adepti in tutti i Comuni del comprensorio: per lo più si
trattava di giovani intellettuali appartenenti al ceto medio
borghese, o di sacerdoti illuminati che mal sopportavano le angherie,
le vessazioni e le ingiustizie perpretate dalla dinastia borbonica e
dai ceti privilegiati , suoi tradizionali alleati.
Anche
Montegiordano ebbe il suo manipolo di rivoluzionari: D. Giosafat
Ferrari, D. Lucio De Stefano, Domenico D’Acciardi, Antonio La
Ragione, Nicola Toscano, Leonardo Toscano, Francesco Potente,
Giuseppe Potente, Michele La Regina, D. Giuseppe Sarandria, D.
Gaetano Sarandria, D. Nicola Sarandria, D. Domenico Colotta, Nicola
Roma, Rocco Colotta, Simone Campilongo, Vincenzo Brussete e Cataldo
Meo.
- Per ragioni di spazio, qui di seguito ci limitiamo a riportare solo alcuni dei reati di cui erano imputati i circa 6800 rivoluzionari di tutta la provincia:“Attentati ad oggetto di distruggere e cambiare il Governo, ed invitare gli abitanti del Regno ad armarsi contro l’Autorità Reale, con voci, scritti,, discorsi in luoghi pubblici, ed altri fatti allarmanti e sediziosi in Febbraio, Marzo ed Aprile 1848”;
- “Di attentati ad oggetto di distruggere e cambiare il Governo, con tentato infrangimento del Regio Stemma ch’esisteva nel Posto della Guardia Nazionale di Rossano in Giugno 1848”;
- “Di attentati ad oggetto di distruggere e cambiare il Governo ed aiutare gli abitanti del Regno ad armarsi contro l’Autorità Reale con voci, discorsi in luoghi pubblici, scritti, proclami incendiari, ingiurie contro la Sacra Persona del Re, violente esazioni di danaro, d’altri fatti sediziosi in Giugno 1848”.Alcuni dei nostri cospiratori sono accusati di più reati, ma il più presente è Giosafat Ferrari, il cui nome figura in quasi tutti i capi d’imputazione.
A proposito di
quest’ultimo è doveroso ricordare un altro importante impegno
civile e sociale da lui profuso nella fase conclusiva della lunga ed
estenuante vertenza legale che si trascinava da anni tra
l’ex-feudatario De Martino ed i Coloni di Montegiordano: con la sua
accanita ed appassionata “MEMORIA” data alle stampe nel
1837, compì il nobile tentativo di orientare il giudice ad
emettere una sentenza che ridimensionasse i privilegi del primo e
riconoscesse alcuni diritti dei secondi.
Tornando al maxi-
processo istruito e curato dalla Gran Corte criminale di Calabria
Citra, si osserva che da esso non si evince quale fosse stato il
ruolo svolto dai nostri concittadini nell’effimera impresa
rivoluzionaria (se quello di gregario o quello di secondatore o di
capo); tuttavia, poiché dagli atti processuali risulta che furono
tutti “aggraziati”, cioè assolti, è da ritenere che essi
abbiano svolto la funzione di gregari, con un compiti quindi
marginali e puramente esecutivi.
Ma al di là dell’esito
finale, si può affermare, con un pizzico di legittimo orgoglio
municipalistico, che anche la Comunità di Montegiordano può
annoverare , tra i suoi figli, giovani che si nutrirono e si
batterono per i nobili ideali di libertà e di indipendenza
nazionale. Furono essi che, insieme a numerosissimi altri sparsi per
le province meridionali, precorsero di alcuni anni la gloriosa
epopea garibaldina e risorgimentale, felicemente conclusasi con la
definitiva caduta della dinastia borbonica e con la conseguente
annessione plebiscitaria di questa parte della penisola al nuovo
Regno d’Italia nel 1860.
4 commenti :
I cenni del nostro compaesano dovrebbero essere questi:http://goo.gl/ftlkJv
Comunque se non mi sbaglio in paese c'è una via che si chiama Giosafat Ferrari, nome che per'altro è molto strano e particolare per l'epoca!
Comunque molti di questi cognomi penso che a Montegiordano non ci siano più!
Cognomi come D’Acciardi, Sarandria, Colotta, Roma e Meo sono chiaramente attuali. Conosco almeno un Montegiordanese per ognuno di essi.
Ti ringrazio per il link su Giosafat Ferrari.
Cercherò di approfondire su questo personaggio.
Domenico acciardi ce sempre, complimenti continua a lottare.
Giosafat Ferrari era arberesch, giudice di Frascineto, che ha sposato, il 3-12-1834, Maria Domenica Sarandria di Montegiordano. Con altissima probabilità, è l'autore del testo "Memorie per la Comune di Montegiordano", ed. 1837. Tutto ciò è pubblicato sul mio libro "Montegiordano. Antica Chiesa ...., p. 59, nota 129.
Teresa Carla Loprete
P.S. provate a leggere il mio libro soffermandovi anche sulle note e se non vi dovesse risultare chiaro qualcosa o più di qualcosa, basta chiedere all'autrice, vi assicuro che è ricchissimo di notizie storiche tutte documentate. Buona lettura
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