lunedì 12 luglio 2010

Alto Jonio.....una riflessione.


Vi propongo oggi spunti di riflessione sull'Andamento Demografico che si rifanno a quanto scritto in un post precedente. Riccardo Liguori, figlio del mai dimenticato Giorgio, analizza l'andamento demografico Calabrese confrontato con quello Umbro. Naturalmente Riccardo fa un interessante paragone con le vicissitudini del nostro Alto Jonio, offrendo al lettore un importante punto di vista sul quale riflettere. Il tutto è stato estratto dal suo interessante sito. Buona lettura.


L’ANDAMENTO DEMOGRAFICO DI UNA REGIONE MISURA IL POLSO
DEL SUO SVILUPPO SOCIO-ECONOMICO ED OCCUPAZIONALE:
GLI ESEMPI OPPOSTI DI CALABRIA ED UMBRIA

La redazione del sito www.giorgioliguoriperlacalabria.it, con sede in Perugia, dedicato a Giorgio Liguori (1922-1970), il primo consigliere regionale della Calabria morto nell’adempimento del mandato, analizza l’andamento demografico della popolazione attraverso i dati Istat raccolti nella sezione del sito “L’Alto Ionio calabrese in breve - Andamento demografico” e riguardano i contesti nazionale, regionale e locale.
L’analisi dei dati è curata da Riccardo Liguori, direttore del sito, raccolta nella sezione “News di attualità” (8 luglio) e vuole essere uno stimolo al rilancio della Calabria nel 40° anniversario dell’istituzione della Regione. Il Consiglio regionale si appresta a celebrare questa ricorrenza il 13 Luglio, a Reggio Calabria, in ricordo del 13 luglio di quaranta anni fa, giorno in cui si insediò il primo Consiglio regionale. E’ un evento significativo che vuole fare memoria della nascita della Regione ricordando i politici-protagonisti dell’avvio del regionalismo calabrese. E’ stato voluto dalla Presidenza del Consiglio regionale e promosso in collaborazione con l’Associazione fra ex Consiglieri regionali, molto attiva a livello culturale ed istituzionale con una serie di iniziative di spessore. Basti pensare al suo Seminario “Appennino Parco d’Europa: il Parco Nazionale del Pollino”, dove sono stati analizzati anche dei dati statistici dei centri montani che «evidenziano, specie nell’ultimo decennio, un calo costante dei residenti, un saldo demografico negativo natalità/mortalità, la crescita delle case disabitate, la chiusura di piccoli negozi ed un costante trasferimento delle famiglie ancora rimaste verso i Comuni marini».
Riccardo Liguori ha preso spunto da queste considerazioni e, con i dati Istat alla mano al 1° gennaio 2010, evidenzia come la Calabria ha avuto un incremento demografico di appena 621 abitanti nell’ultimo anno, passando dai 2.008.709 del 2009 agli attuali 2.009.330. Nello stesso periodo la popolazione italiana è cresciuta di circa 300.000 abitanti, superando i 60 milioni e 340 mila. «Anche attraverso l’andamento demografico – sostiene Liguori – si misura il polso dello sviluppo socio-economico, occupazionale e del benessere della nostra regione. Sono note a tutti le potenzialità della Calabria che altre regioni non hanno, ma dove, comunque, c’è più benessere, quindi, in costante crescita demografica. Prendiamo l’esempio dell’Umbria, che per la prima volta nella sua storia ha superato i 900 mila abitanti (900.790 per l’esattezza!), oltre 6.500 in più rispetto al 2009».
«La terra “cuore verde d’Italia” – precisa Liguori – ha meno della metà degli abitanti della Calabria e non è bagnata dal mare, che è una delle principali risorse turistiche del Paese. Eppure in Umbria, negli ultimi dodici mesi, la popolazione è crescita di dieci volte rispetto a quella della Calabria. Ciò significa che l’Umbria è una regione dove si vive bene». A sostenerlo sono gli stessi calabresi: alla mostra-mercato “Conosci e gusta l’Umbria”, tenutasi a Diamante dal 2 al 4 luglio, numerosi visitatori hanno molto apprezzato lo stile di vita degli umbri e non solo i loro prodotti artigianali ed enogastronomici, sostando a lungo nello stand dell’Assessorato al Turismo della Provincia di Perugia che ha promosso l’immagine e l’offerta turistica del proprio territorio.
Liguori, nell’analizzare l’andamento demografico, si sofferma su un aspetto positivo: la fiducia dei calabresi nel nuovo Governo regionale scaturito dalle elezioni di marzo. C’è  attenzione ai provvedimenti che inizia ad adottare il presidente della Regione, Giuseppe Scopelliti, volti a far decollare l’atteso “boom calabrese”. E si auspica che questi provvedimenti passano contrastare, soprattutto nelle contrade più remote della Calabria, il ritorno del fenomeno dell’emigrazione.

«SITUAZIONE DEMOGRAFICA ALLARMANTE» NELL’ALTO IONIO CALABRESE

L’Alto Ionio, la zona più periferica della Calabria, sta vivendo - secondo Riccardo Liguori - una «situazione demografica allarmante» nella gran parte dei suoi sedici Comuni situati tra i 450 ed i 1.000 metri s.l.m., con una popolazione complessiva di 38.689  abitanti (al 1° gennaio 2010), quando nel 1961 erano più di 45.000. Solo in tre Comuni costieri si registra un aumento della popolazione, mentre sono sei i Comuni al di sotto dei 1.000 abitanti, di cui due con meno di 500 anime.
«Sembra – scrive Liguori – che non ci sia speranza di incremento demografico per l’Alto Ionio fino a quando pubblico e privato non si rimboccheranno le maniche per far decollare i settori trainanti dello sviluppo della zona: agricoltura-turismo-industria alimentare. Se ai politici spetta il varo di politiche di sviluppo, ai privati imprenditori spetta di attuarle ad iniziare dall’investire i loro guadagni anche nel favorire il lavoro regolare così da arginare quello nero e sottopagato, che sono tra i principali ostacoli allo sviluppo».
«Altro grande e grave ostacolo a creare condizioni di benessere – sottolinea Liguori – viene da una certa mentalità: “è meglio restare zona depressa così non richiamiamo l’attenzione delle organizzazioni criminali…”. Forse è giunto il momento di dimostrare coraggio, di sfidare l’antistato che può essere sconfitto nel produrre sana ricchezza da distribuire equamente. Inoltre, vanno messi da parte i campanilismi, in modo da avviare quel processo che porti piccoli Comuni a consorziarsi tra loro in modo da fornire servizi più adeguati razionalizzando i costi. Quando due grandi Comuni, Cosenza e Rende, che insieme contano oltre  100.000 abitanti, stanno per dare vita ad un referendum propositivo per unirsi, per dare una risposta concreta all'esigenza di una grande città unica che condivida servizi, strutture e gestione politico-amministrativa, non comprendiamo perché lo stesso non debba avvenire nei sedici Comuni dell’Alto Ionio».

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