giovedì 30 gennaio 2014

Avere Trent'anni



Non lo faccio spesso, forse è la prima volta, ma voglio citare sul blog un pezzo di Oriana Fallaci che ho già riportato sul mio profilo Facebook e che sembra fatto su misura non solo per me, e non solo per tanti amici che come me hanno su per giù l'età descritta dalla Fallaci.

Voglio citare questo pezzo perché mi sembra che i trentenni hanno perso completamente le palle. È inutile cercare linguaggi più o meno politicamente corretti, tanto la sostanza è quella. Abbiamo perso la forza di fare, di sognare  e di realizzare. 

La mia generazione ha perso troppi treni ed è tempo di iniziare a saltare sopra qualche convoglio, al costo di buttar giù controllore e capotreno.

Leggetevi la Fallaci, e poi discutiamoci su....  

Buona Discussione.....


«Io mi diverto ad avere trent'anni, io me li bevo come un liquore i trent'anni: non li appassisco in una precoce vecchiaia ciclostilata su carta carbone. Ascoltami, Cernam, White, Bean, Armstrong, Gordon, Chaffee: sono stupendi i trent'anni, ed anche i trentuno, i trentadue, i trentatré, i trentaquattro, i trentacinque! Sono stupendi perché sono liberi, ribelli, fuorilegge, perchè è finita l'angoscia dell'attesa, non è incominciata la malinconia del declino, perché siamo lucidi, finalmente, a trent'anni! Se siamo religiosi, siamo religiosi convinti. Se siamo atei, siamo atei convinti. Se siamo dubbiosi, siamo dubbiosi senza vergogna. E non temiamo le beffe dei ragazzi perché anche noi siamo giovani, non temiamo i rimproveri degli adulti perchè anche noi siamo adulti. Non temiamo il peccato perché abbiamo capito che il peccato è un punto di vista, non temiamo la disubbidienza perché abbiamo scoperto che la disubbidienza è nobile. Non temiamo la punizione perché abbiamo concluso che non c'è nulla di male ad amarci se ci incontriamo, ad abbandonarci se ci perdiamo: i conti non dobbiamo più farli con la maestra di scuola e non dobbiamo ancora farli col prete dell'olio santo. Li facciamo con noi stessi e basta, col nostro dolore da grandi. Siamo un campo di grano maturo, a trent'anni, non più acerbi e non ancora secchi: la linfa scorre in noi con la pressione giusta, gonfia di vita. È viva ogni nostra gioia, è viva ogni nostra pena, si ride e si piange come non ci riuscirà mai più, si pensa e si capisce come non ci riuscirà mai più. Abbiamo raggiunto la cima della montagna e tutto è chiaro là in cima: la strada per cui siamo saliti, la strada per cui scenderemo. Un po' ansimanti e tuttavia freschi, non succederà più di sederci nel mezzo a guardare indietro e in avanti, a meditare sulla nostra fortuna: e allora com'è che in voi non è così? Com'è che sembrate i miei padri schiacciati di paure, di tedio, di calvizie? Ma cosa v'hanno fatto, cosa vi siete fatti? A quale prezzo pagate la Luna? La Luna costa cara, lo so. Costa cara a ciascuno di noi: ma nessun prezzo vale quel campo di grano, nessun prezzo vale quella cima di monte. Se lo valesse, sarebbe inutile andar sulla Luna: tanto varrebbe restarcene qui. Svegliatevi dunque, smettetela d'essere così razionali, ubbidienti, rugosi! Smettetela di perder capelli, di intristire nella vostra uguaglianza! Stracciatela la carta carbone. Ridete, piangete, sbagliate. Prendetelo a pugni quel Burocrate che guarda il cronometro. Ve lo dico con umilità, con affetto, perché vi stimo, perché vi vedo migliori di me e vorrei che foste molto migliori di me. Molto: non così poco. O è ormai troppo tardi? O il Sistema vi ha già piegato, inghiottito? Sì, dev'esser così».
Oriana Fallaci
[Da Se il sole muore, Rizzoli 1965]


domenica 26 gennaio 2014

Spazzatura..... spazzatura...



COMUNICATO STAMPA

No a Bucita sito di imballaggio dei rifiuti della provincia cosentina
Le perplessità del Presidente della Commissione Ambiente
Gallo: «Opportuno un approfondimento»



Non convince l’ipotesi di fare del sito di Bucita, a Rossano, la meta di circa 750 quintali di spazzatura al giorno, da imballare e poi trasferire verso il porto di Corigliano, per essere imbarcata su navi dirette ai siti finali di smaltimento.
Il presidente della Quarta Commissione Consiliare regionale “Ambiente e territorio”, Gianluca Gallo, ha manifestato le sue riserve in una nota indirizzata all’assessore regionale all’assessore regionale all’ambiente, Franco Pugliano, ed al direttore generale del Dipartimento regionale ambiente Bruno Gualtieri. «La soluzione in questione – scrive Gallo nella sua missiva - viene indicata come finalizzata alla risoluzione dell’emergenza in cui ormai da decenni versa l’intero sistema dei rifiuti in Calabria, per colpe e negligenze che affondano le loro radici nel tempo e rispetto alle quali non può essere disconosciuto l’impegno invece profuso, con intelligenza e sensibilità, dall’Assessorato e dal Dipartimento. Proprio per questo confido che possano essere prese e tenute in adeguata considerazione, se necessario attraverso una modifica o la revoca del bando, le istanze provenienti in queste ore dal territorio e cristallizzate nelle prese di posizione, decisamente contrarie, non solo dei sindaci dei centri interessati, in particolare il primo cittadino di Rossano Giuseppe Antoniotti, ma anche del collega consigliere regionale Geppino Caputo e del sottosegretario regionale alla Protezione Civile, Giovanni Dima». Aggiunge il presidente della Commissione “Ambiente e territorio”: «Alle perplessità legate ad un metodo che ha lasciato fuori dai processi decisionali la voce dei rappresentanti delle istituzioni locali e degli stessi consiglieri regionali del comprensorio ionico cosentino, compresi me e la Quarta commissione consiliare da me presieduta, si uniscono motivazioni di merito, oggettivamente meritevoli di attenzione, in ordine ai pericoli di inquinamento ambientale che potrebbero ripercuotersi su un’area a forte vocazione agricola e turistica, nel recente passato già sacrificata sull’altare della ragion di stato e parte di un territorio che di recente ha subito diverse spoliazioni in campo sanitario e, da ultimo, anche la soppressione del Tribunale di Rossano».
Conclude Gallo: «Sono certo, alla luce dei dubbi manifestati, che l’Assessorato ed il Dipartimento sapranno avviare un’attenta, indispensabile opera di dialogo e concertazione istituzionale e, qualora opportuno, ripensare scelte che minacciano di intaccare la tenuta dell’ordine pubblico e della sicurezza ambientale in larga parte della Calabria citeriore, senza con ciò rinunciare ad individuare e seguire insieme, con comune assunzione di responsabilità, soluzioni che valgano a portar fuori la regione dall’emergenza rifiuti».
Reggio Calabria, 25 gennaio 2014
Segreteria politica

Consigliere regionale Gianluca Gallo

martedì 21 gennaio 2014

L'edicola Torna al posto suo.



E gira gira....  poi è tornata al suo posto. Loredana l'ha rimessa dove deve stare.

Da ragazzino l'ho vista sempre li quando, ogni domenica, dopo la messa, scendendo dalla piccola chiesetta che sta sulla strada, passavamo a celebrare un rito forse ancora più sacro per un bimbo: comprare le figurine. 
Per noi quel luogo era un autentico scrigno pieno di tesori. Le figurine, certo, ma non solo. 
C'erano i petardi a Natale (solo quelli legali), c'era Topolino e c'erano quei giornali di computer dei quali già da piccolo subivo il fascino. 
Il computer dell'epoca era il glorioso Comodor 64 e nell'edicola di Gallo, si chiamava così, c'erano le tanto agognate cassette con i giochi che ci scambiavamo fra amici.

Era uno dei nostri centri di gravità. Ed è tornato al suo posto.

Buona Discussione.

sabato 18 gennaio 2014

Il Pd di Montegiordano punta su Fiordalisi...



Almeno in base a quanto scritto sul Quotidiano della Calabria, nell'articolo a firma di Franco Maurella.



Come al solito cliccate sopra l'articolo per visualizzarlo e leggerlo più comodamente. 

Per ora.....  Buona Discussione.


giovedì 16 gennaio 2014

Le Conchiglie Sbarcano in TV

Ricevo e pubblico da Antonio Farina.

Le conchiglie dal mondo sbarcano in tv

Grazie all’interessamento dello studente liceale, Ludovico Cataldi, la Fondazione “Roberto Farina” ONLUS è stata accolta negli studi di Telitalia, presso l’hotel Executive di Rende, per registrare la seconda puntata della serie “L’angolo della Natura” rubrica di Discutiamone con… 
La serie ha cadenza mensile. In ogni puntata si parla di temi che riguardano il mondo della Natura, dell'Entomologia... che ancora non sono ben conosciuti dal grande pubblico. Con la puntata, intitolata “Conchiglie dal mondo”, siamo entrati nel "Children'sMuseum delle Conchiglie dal Mondo", uno dei musei di malacologia più grandi d'Italia con oltre 20000 esemplari, unico Museo Malacologico presente in Calabria, situato a Roseto Capo Spulico.Durante la registrazione, condotta abilmente e con grande professionalità dal giornalista Sergio Tursi Prato, si sono alternati al microfono un gruppo della Fondazione:il Dott. Antonio Farina, Presidente della Fondazione, Lucia Musumeci, assessore del comune di Roseto Capo Spulico, con delega ai servizi sociali e alle politiche scolastiche e il Dott. Guido Valenzano pedagogista. Assieme al giornalista Sergio Tursi Prato, ha coordinato i lavori il giovane studente Ludovico Cataldi, promotore dell’iniziativa. 
Dopo una breve presentazione degli ospiti, da parte del giornalista Sergio Tursi Prati, è stato proprio lo studente liceale ad introdurre gli argomenti della puntata. Egli, dopo essersi soffermato brevemente sul blog Entomologando (www.entomologando.blogspot.it), da lui creato, dove vengono trattati argomenti sullo studio e la divulgazione degli artropodi e di altri animali, ha introdotto il tema sulle conchiglie, affermando che la collezione delle “Conchiglie dal Mondo”, esposta nel Children’sMuseum, ha un grande valore scientifico e sicuramente costituirà un valido volano per le gite scolastiche e per implementare il turismo del territorio. L’assessore Lucia Musumeci ha ringraziato la Fondazione per l’opera meritoria che sta portando avanti sul territorio ed ha espresso con convinzione che l’Amministrazione del Comune di Roseto Capo Spulico sosterrà tutte le iniziative culturali della Fondazione. Il Dott. Guido Valenzano ha sostenuto che visitare il Childrem’sMuseum è un’occasione che resterà nella mente dei bambini per la semplice ragione che la visita rappresenterà un momento ludico-pedagogico in quanto viene resa viva grazie alle dinamiche attività che verranno proposte e svolte prima e dopo il percorso nelle sale di esposizione. 
Il Dott. Antonio Farina, dopo aver ringraziato i presenti, il Sindaco di Roseto Franco Durso e la dottoressa Maria Manolio, la malacologa del Museo, assente alla registrazione della puntata per impegni inderogabili presi in precedenza, ha parlato del perché è nata la Fondazione e delle attività che annualmente svolge. In sintesi ha illustrato il Premio Internazionale di Poesia che si svolge il primo del mese di giugno, della Biblioteca, ricca di settantamila volumi, e del Museo Malacologico. Nel soffermarsi su di esso ha riferito che la collezione delle conchiglie, non tutte esposte nel Museo per mancanza di spazio, è ricca di ventimila esemplari provenienti da tutti i mari del mondo. Essa è stata donata alla Fondazione dal noto giornalista televisivo degli anni settanta, Luciano Luisi al quale, considerato l’alto valore commerciale, la Fondazione gli ha riconosciuto una remunerazione.
 Il Dott. Farina, poi, ha illustrato le famiglie delle conchiglie presenti nel Museo fornendo per ognuna di esse brevi cenni di anatomia, fisiologia e vita di relazione con il mondo marino. Ha chiuso la puntata il giornalista Sergio Tursi Prato, il quale nel sintetizzare la puntata ha espresso una sua opinione sull’affascinante mondo delle conchiglie e su come questo possa essere legato inscindibilmente al mondo dell’arte auspicando quanto prima una sua visita al Museo. La puntata andrà in onda giovedì 16/01/2014 alle ore 21.20 con replica domenica 19/01/2014 alle ore 13.00 su Telitaliacanali 71-214-617 del digitale terrestre.

martedì 14 gennaio 2014

Carmelo Mundo..... la storica del nostro Paesello

Ho apprezzato particolarmente l'approccio rigoroso con il quale il Professor Carmelo Mundo ha trattato la storia di Montegiordano nel libro presentato giorni fa
La prefazione storica all'opera, incentrata sul catasto onciario, mi ha particolarmente colpito per gli interessanti riferimenti storici e bibliografici che i più interessati potranno divorare giocando con i luoghi.  

Ho chiesto all'autore il permesso di poter pubblicare su Marina Jonica proprio questa prefazione, sicuro che i lettori del blog apprezzeranno come me il racconto storico delle origini del nostro paesello. 

Sarebbe stato scomodo inserire sul blog l'intero documento. Ho preferito quindi inserirne qui due stralci. 
Il lettore interessato potrà scaricarlo interamente seguendo questo link.

Buona Lettura e Buona Discussione.




Montegiordano: dalle origini alla distruzione
di Carmelo Mundo

Un ulteriore tentativo di far luce sulle origini dell’antica Montegiordano comporterebbe il rischio di fare un lavoro poco attendibile sul piano della obiettività e della verità storica. Gli sforzi compiuti in questo settore da autorevoli studiosi, anche se pregevoli per impegno e serietà culturale, tuttavia in mancanza di adeguate e sufficienti prove documentali certe ed inconfutabili, hanno prodotto, come risultato, la formulazione di congetture che, per quanto affascinanti e suggestive, ad una analisi più approfondita rivelano tutta la loro fragilità ed insostenibilità. Ad esempio, l’ipotesi della probabile dimora estiva di Pitagora dalle nostre parti, è stata messa in discussione, perciò smentita dalla giovane archeologa Teresa Loprete: secondo lei il palazzotto e le “cellule collasse” che il Toscano nella sua Storia di Oriolo asseriva essere state l’abitazione del filosofo greco e dei suoi discepoli, non sarebbero altro che una costruzione di epoca medievale, atta ad ospitare monaci.
Quindi, anche se a malincuore, bisogna rassegnasi e convincersi che molti interrogativi sulla prima fondazione della nostra Comunità continueranno ad essere avvolti da una fitta coltre di mistero, a non avere, dunque, una risposta esauriente ed appagante, a causa della scomparsa e della irrecuperabilità dei reperti materiali ed archeologici ormai distrutti e cancellati dal tempo.

I pochi indizi scoperti qua e là (la fattoria lucana, in località Menzinaro,del IV secolo a. C.; la necropoli di età greca in località Mandrone; il tesoretto di monete con conio campano-tarantino, custodito attualmente nel Museo di Reggio Cal.), testimoniano sì l’appartenenza di quel sito alla sana e laboriosa tradizione delle preesistenti genti italiche, felicemente coniugata con elementi di raffinatezza propri della civiltà magnogreca da cui pare fosse stata influenzata la sua popolazione, analogamente a quanto accadde per tutte le popolazioni insediatesi su questi tratti di costa dello Jonio.




Altrettanto incerta e difficile da stabilire è la data o l’epoca in cui cessò di esistere il sito originario di Montegiordano. La storiografia ufficiale di quei secoli non ci aiuta molto nel risolvere il quesito. Il noto storico calabrese Gabriele Barrio nel suo “De antiquitate et situ Calabriae”, la cui prima edizione risale al 1571, si limita a riportare la località di Montegiordano nell’elenco delle città, cittadelle ed altri luoghi della Calabria, che in vari tempi scomparvero1, ma non dice quando ciò sia accaduto.
Nella storiografia locale si registrano due posizioni estreme ed opposte fra loro: da un lato, il primo Toscano sostiene che la distruzione del sito sia avvenuta, ad opera dei Turchi, nel corso delle loro prime incursioni antecedenti all’anno 1000. Dall’altro, il nostro Giosafat Ferrari nel suo citato volumetto, edito a metà Ottocento circa, fa risalire l’abbandono del sito, molto più tardi, addirittura al 1645, sempre a causa delle incursioni turche.
Né maggiore chiarezza al riguardo ci offrono i Registri Angioini del biennio 1256-572: dal loro esame risulta che Montegiordano non figura nell’elenco dei centri abitati del Giustizierato della Valle del Crati e Terra Giordana (la futura Calabria Citeriore), tenuti a pagare la tassa annuale a favore del sovrano. Tuttavia ciò potrebbe non essere una prova valida e sufficiente della sua scomparsa già a quell’epoca. Infatti è ragionevole pensare che la mancata citazione della località nei Registri potrebbe spiegarsi con un fenomeno diffuso in molti altri luoghi della Calabria che versavano in condizioni economiche disastrate e disperate: gli esigui abitanti di Comunità in via di disfacimento, per sfuggire al fisco, evitavano di dichiarare il proprio Fuoco nel luogo abituale di dimora, abbandonavano temporaneamente quest’ultimo e si disperdevano nelle campagne dell’entroterra, quasi sempre inaccessibili e difficilmente raggiungibili da parte delle autorità governative e fiscali.

1 Cfr. G. Barrio, Antichità e luoghi della Calabria, traduzione italiana di Erasmo M. Mancuso, Cosenza, ed. Brenner, 1979, pag. 628.
2 G. Pardi, Registri angioini e la popolazione calabrese del 1276, Farneta, Domenico Licursi editore, 2000, pp. 12-17.  

domenica 12 gennaio 2014

La Balca Bandanica e il cofondatore di Marina Jonica









La musica balcanica ha una energia particolare, coinvolgente. Anche sullo Jonio Calabro Lucano gli ottoni balcanici, insieme a diverse contaminazioni più o meno nostrane, stanno riscuotendo successo grazie al talento e all'entusiasmo di questo ragazzi, veri trascinatori di un pubblico che sta iniziando a riconoscerli. La Balca Bandanica inizia a farsi largo, a farsi ascoltare. 

Sono davvero bravi e mi piace anche sottolineare che fra loro c'è il cofondatore di Marina Jonica: Francesco Bomparola.

Il primo post di Marina Jonica, ottobre 2007, è venuto fuori dopo una nottata passata in un campeggio a Sibari. Eravamo tanti da Montegiordano a passare la notte in compagnia di strumenti, birra e musica. Finiva l'estate e volevamo salutarla come si deve.

Non ricordo come ci è venuta l'idea di dare a Montegiordano Marina un nome diverso, un po come Schiavonea per Corigliano, e non ricordo se il nome Marina Jonica è uscito da Francesco Bomparola o l'ho buttato fuori io. Fatto sta che è venuto fuori un nome. 

E un blog. 

Doveva iniziare a parlare di cose che riguardassero Marina Jonica e, credo, che dal 2007 ad oggi, nel bene e nel male, l'ha fatto. 
Poi magari il progetto, partito in un modo, si è articolato su diversi aspetti. Questa è una cosa che mi capita spesso.
Quando si tira l'ancora e si esce dal porto, poi mi piace navigare libero. 

Quindi, tornando al tema iniziale del post, faccio gli auguri al cofondatore di Marina Jonica e alla sua band, che spero di ascoltare quanto prima anche a Cosenza.

Buona Discussione.






giovedì 9 gennaio 2014

Antonio Farina e le Strade.


di Antonio Farina
Spett.le ANAS
p.c. Ministero per le Infrastrutture
p.c. On. Prefetto di Cosenza
p.c. Comando stazione Polizia Stradale - Trebisacce
p. c. Comando stazione Carabinieri – Rocca Imperiale
Oggetto: segnalazione per una sospetta classificazione di una strada extraurbana principale.
Con la presente, porto alla conoscenza di codesto spett.le Ente che nella mattinata del giorno 4 c.a., nel tornare a casa in bicicletta dalla vicina Lucania (abito a Montegiordano) constatai che all’inizio del tratto ammodernato della S.S. 106, esattamente all’altezza del chilometro 414.900, in direzione Reggio Calabria, era stata apposta, probabilmente da pochi giorni, una tabella che segnalava l’inizio di una strada extraurbana principale, sulla quale erano specificate, come previsto dal Codice della Strada, le categorie dei veicoli a cui è vietato il transito su questa tipologia di strada. Volevo tornare indietro, ma mi resi subito conto che quella strada, segnalata come strada extraurbana principale, era priva di qualsiasi percorso alternativo e pertanto,, per tornare a casa, fui costretto a violare il Codice della Strada. La stessa violazione viene effettuata sistematicamente da tutte quelle persone che con i loro piccoli mezzi si spostano quotidianamente dai comuni calabresi a quelli della vicina Lucania e viceversa per motivi di lavoro. Alla luce di quanto sopra esposto, non riesco a capire perché quella strada priva di percorsi alternativi debba esser classificata come una strada extraurbana principale, obbligando tutte le categorie vietate al suo transito di violare sistematicamente e quotidianamente il Codice della Strada. Spett.le Anas, la realizzazione dell’ammodernamento di una strada da parte dello Stato deve servire per garantire l’incolumità dei cittadini e non certo, come si sta verificando in questo caso, di creare disagi. Su chi cadrebbe la colpa qualora si dovesse verificare un evento nefasto ad una di quelle categorie a cui è vietato la circolazione su di una strada extraurbana principale, ma che, come nel caso segnalato, sono obbligate a percorrerla tutti i giorni? Mi auguro che questa segnalazione venga considerata seriamente e mi auguro anche che qualche dirigente Anas si rechi con urgenza sul territorio dell’Alto Ionio per rendersi conto della situazione pericolosa che si è venuta a creare sul tratto di strada che va dal Km 400.00 al Km 415.00.
Per eventuali altre informazioni segnalo il mio numero telefonico che è: 328/7688598.
In attesa di un sicuro riscontro, invio cordiali saluti


Montegiordano, 07/01/2014 
 Dr Antonio Farina

martedì 7 gennaio 2014

Olive. Una Poesia


Per i non bilingue sarà forse complicato, credo impossibile, capire il senso di questa poesiola.... ermetica.... tutta Montegiordanese.

Per me è impossibile fornirvi una traduzione. Rischierei di annoiare il lettore e diluire l'impatto.
Se volete capirne il senso, o i diversi significati, procuratevi un parlante Lausberg.


Olive.

A 'nduss
A 'ngonz
A mmoll.
A mort.


Autore: Peppe Mundo, se non erro....


Buona Discussione.