martedì 21 maggio 2013

Montegiordano: Una Villa Italica.

Tanto per ricordare come Montegiordano tratta le sue risorse storico culturali, vi allego un'interpellanza al Senato della Repubblica del 2005. Potete scaricare l'intero documento qui. Nel link c'è tutta la seduta, credo il question time. 

L'assessorato alla cultura Montegiordanese spero possa ricavare interessanti spunti di lavoro dalla lettura dell'interrogazione fatta nel 2005 dal Senatore Bevilacqua, in quota AN. Se non erro l'interrogazione è stata fatta sotto segnalazione di Domenico Acciardi. 

Avevamo una Villa Italica, dove sono state ritrovate delle monete Greche conservate a Reggio Calabria. Pochi conoscono il luogo dove si trovava, e si trova ancora mezzo sepolta, la villa in questione. Di fianco allego una foto del panorama di Menzinara, lo stesso che si poteva godere dalla Villa Italica migliaia di anni fa.

L'Assessore ai Beni Culturali immagino dovrebbe occuparsi di questo genere di cose. Qualcuno disse che la Cultura non si mangia. Io invece credo che la cultura sfama sia il corpo che lo spirito, e a Montegiordano abbiamo bisogno di rimettere in sesto entrambi. 

Di seguito vi riporto, per comodità di narrazione, il testo dell'interrogazione di Bevilacqua. Ringrazio Enzo Arcuri per avermi segnalato il documento che avevo completamente dimenticato.
Ho sottolineo in grassetto le parti che reputo più importanti. A volte si danno facili colpe ad un'amministrazione comunale, ma forse non sono sempre gli amministratori a sbagliare. Anche gli amministrati spesso ci mettono tutta la loro buona volontà.  

La storia della villa Italica, a mio avviso, è un esempio di egoismo da tenere ben presente.

Buona Discussione.



BEVILACQUA. – Al Ministro per i beni e le attività culturali.

Premesso:
  • che la casuale scoperta, nel settembre 1980, di una testimonianza archeologica consistente in una villa risalente al 350 a. C. sullo splendido piano a picco sul mare di Menzinara, in territorio di Montegiordano Marina, aveva fatto concentrare attorno a questo manufatto l’attenzione di molti esperti;
  • che alcuni importanti archeologi hanno ipotizzato che in quest’antica villa avesse stabilito la residenza estiva, durante i suoi spostamenti da Crotone, Metaponto e Taranto, il famoso matematico Pitagora; 
  • che la Sovrintendenza per i beni culturali e ambientali della Regione Calabria, resasi conto dell’importanza di questo bene storico, ottenuto un finanziamento, aveva avviato una campagna di studi che aveva portato alla redazione di un progetto per la creazione di un piano viabile che consentisse di rendere l’area accessibile, oltre a mettere in luce l’intero manufatto; 
  • che appena iniziati i lavori gli stessi furono sospesi perché s'instaurò tra il proprietario del sito ed il Comune di Montegiordano una vertenza giudiziaria tutt'ora in piedi
  • che la Comunità Montana con sede in Trebisacce aveva incaricato i famosi architetti Paolo Portoghesi e Mario Pisani di progettare il centro della cultura e dell’arte, progetto inserito e pubblicato nel catalogo edito da Gangemi editore del 1988 intitolato «una piazza per Montegiordano»;
  • che nonostante una fitta corrispondenza tra autorità politiche locali – provinciali e regionali – a tutt'oggi, dopo circa 25 anni, non si è potuta appurare alcuna verità quanto ai finanziamenti ottenuti e ai progetti non ancora evasi;
  • che, nonostante sia segnalato fra gli itinerari turistici da visitare, il posto è recintato con filo di ferro adornato da un box d’alluminio in mezzo ad arbusti di ogni genere.
L’interrogante chiede di sapere:

  • se non si ritenga di intervenire con massima urgenza per fare piena luce sull'intera vicenda ed individuare eventuali responsabilità , anche di natura contabile;
  • se non si ritenga necessario prendere opportune iniziative affinché venga seguito con attenzione l’evolversi della situazione;
  • se non si ritenga opportuno mettere a disposizione adeguati strumenti e ulteriori risorse al fine di restituire alla fruizione dei cittadini di Montegiordano e dell’intera comunità internazionale un patrimonio di sicuro pregio artistico e culturale che potrebbe offrire un'opportunità di sviluppo turistico-economico per tutto il territorio dell’Alto Jonio Cosentino.

(4-09625)
(9 novembre 2005)


Risposta. 

In ordine all'interrogazione parlamentare, riguardante l’area archeologica situata in località  Menzinaro, nel comune di Montegiordano (Cosenza), si rappresenta quanto segue.
Come è noto, l’area in questione è stata sottoposta a vincolo archeologico, ai sensi del decreto ministeriale del 21 ottobre 1977, e, a seguito delle campagne di scavo eseguite negli anni Ottanta, la competente Soprintendenza ha ampliato tale vincolo, ai sensi del decreto ministeriale del 27 ottobre 1993. In tale periodo, la stessa Soprintendenza, a seguito di richiesta da parte della Comunità montana «Alto Jonio», ed al fine di valorizzare l’area archeologica di Menzinaro, ha rilasciato il nulla osta al progetto di costituzione del parco archeologico, presentato dalla Comunità medesima e finanziato con fondi ex lege 64/86, destinati al Comune di Montegiordano.
Successivamente, con decreto ministeriale del 29 luglio 1995, questa amministrazione ha emesso un decreto di esproprio per pubblica utilità, in favore del Comune di Montegiordano, il quale, in data 8 gennaio 1996, ha proceduto all'occupazione del terreno interessato.
Tale iniziativa ha prodotto un primo ricorso da parte dei proprietari del terreno, a seguito del quale il TAR della Calabria, il 9 giugno 1996, ha accolto la richiesta di sospensiva. Per tale ricorso, la stessa Soprintendenza ha prodotto istanza all'Avvocatura di Stato di Catanzaro avverso quanto esposto dai suddetti proprietari.
Ulteriore ricorso è stato poi prodotto in data 30 novembre 1998 contro la proroga dei termini di esproprio emesso con decreto 21 settembre 1998; tale ricorso è stato accolto dal TAR Calabria in data 21 gennaio 1999.
Allo stato, l’area archeologica risulta ancora gravata da tale contenzioso, che ha provocato la sospensione di tutti gli atti espropriativi e della convenzione relativa al finanziamento erogato dalla Regione al Comune di Montegiordano.
Per quanto concerne le condizioni del sito in questione, si segnala che lo stesso non è provvisto di vie di accesso e non risulta che l’amministrazione comunale di Montegiordano abbia avviato eventuali iniziative per renderlo fruibile.

Il Sottosegretario di Stato per i beni e le attività
culturali
Bono





35 commenti :

Anonimo ha detto...

Bhe in realtà la strada c'è con tanto di cartello nero ad indicare un sito archeologico, il problema è che se non attuano l'esproprio del terreno non si può procedere a nulla!

Un'altro problema a mio avviso, deriva dal fatto dell'immobilità degli assessori, al contrario di quanto dici tu, che non si sono interessati se non dimenticati, di tale sito subito dopo questa risposta, se si fossero percorse più strade e si avesse dato risalto alla vicenda insistendo fino ad ora, il tutto avrebbe preso un'accellerazione decisiva!

Ricordo inoltre dai due libri di Teresa Lo Prete sulla storia di Montegiordano, si evincono altri siti, come una necropoli distrutta per far passare un'acquedotto e la vecchia chiesa del paese!

Interessatomi all'argomento inoltre con un mio amico esperto in archeologia, abbiamo visitato aimè abusivamente il sito, ridotto a discarica, con tegole e scaldabagni buttati nel mezzo e dalla sua analisi ritiene fortemente improbabile che sia l'unica di quella zona(citata in alcuni manoscritti di sibari e con morfologia particolarmente adatta alla culcura Ellenica/Magna Grecia) e che se venisse assoggettata ad ulteriori scavi porterebbe alla luce un vero e proprio patrimonio culturale da cui Montegiordano potrebbe ripartire!

E.Pace

Francesco D'Amore ha detto...

Oltre all'incuria della Politica anche l'egoismo dei singoli cittadini, questo volevo sottolineare.


Ormai è troppo banale per me criticare solo un'amministrazione che non mi piace. Quello ormai lo prendo per assunto.

Ma non c'è solo quello purtroppo.

Grazie per il tuo contributo.

Anonimo ha detto...

Hai ragione l'incuria dei proprietari è qualcosa di indescrivibile, avere migliaia di anni di storia nel cortile e buttarci sopra qualsiasi cosa, dovreste vedere la faccia di mio figlio quando ha visto quello sfacelo, mi ha guardato nero di rabbia e mi ha detto, se io avessi una cosa del genere in giardino sarei tutti i giorni a scavare e restaurare!

E' possibile che al giorno d'oggi si dia risalto a queste cose solo chiamando Striscia la notizia o le Iene?

E' assurdo, così com'è assurdo che una persona che neanche abita nel complesso, tenga in scacco un'intero paese e i finanziamenti annessi!

Ultima cosa per chiudere, ho notato che al link che hai inserito tu, riguardo all'Assessore ai Beni Culturali che se non ho letto male è Caterina PISTOCCHI, con annessa mail: c.pistocchi@libero.it

Perchè non girare a lei direttamente l'interrogazione, ponendo dei chiarimenti, oltre a pubblicarlo su questo utilissimo blog per il quale ti faccio i miei complimenti!

E.Pace

Francesco D'Amore ha detto...

Credo che gli amministratori già sappiano della cosa.

E credo che anche Caterina stia leggendo.

Buona Discussione.

Anonimo ha detto...

Si probabilmente sanno della cosa, il guaio è che non lo sanno i cittadini, dunque ricordarlo sia ai medesimi, sia ai cittadini, potrebbe cercare di svegliare chi di dovere!

Spero che si mettano in moto, anche perchè se io fossi amministratore darei il massimo per mettermi in luce e per riottenere il voto alle prossime amministrative, qui sembra che nessuno muove una foglia, si potrebbe tirare in ballo anche l'Onorevole Franchino, che spero sia interessato all'argomento, oppure il solito Gianluca Gallo!

enzo arcuri ha detto...

A tutti coloro che che possono dare una mano con del materiale foto eccc... potete scrivermi all'email arcuri.enzo@gmail.com, stiam provando a fare arrivare il caso in parlamento quindi potrebbe essere molto di aiuto!!!!Grazie e a presto

Unknown ha detto...

ma di chi è il terreno??

enzo arcuri ha detto...

peppone è stato anche consigliere comunale di Maggioranza ma anche lui all'epoca dormiva!!!! Della Famiglia Tarsia!!!

Unknown ha detto...

carissimo vincenzo sei un pollo.
era una battuta, non dormivo affatto, posso dirti anzi che i lavori della strada hanno subito un blocco propio per quella situazione.

Francesco D'Amore ha detto...

:-D

AHAHAHAHAhahahahah, come vi volete bene.

enzo arcuri ha detto...

Dai peppeono che scherzo e ti voflio un ben pacc, anche se dormi, ti raccomando vai a votare per il no ai finanziamenti alle scuole private!!

enzo arcuri ha detto...

senza polemica peppone dobbiamo portare il tutto in parlamento chi ha notiizie si facciA avanti

enzo arcuri ha detto...

Da precisare che la villa risale al III sec. a.C e che con Pitagora nn c'entra nulla! Perché pitagora 570 a.C 495 a.C..

enzo arcuri ha detto...

Da precisare che e' una fattoria e nn una villa !
"Fattoria Lucana" questa e' la storia , grazie a Teresa Loprete !!!!

Località Menzinara (m. 99 s.l.m.)

La località sorge sulla cima di una collina isolata ai lati da corsi d’acqua e domina un ampio tratto del litorale ionico.
Nel 1977, a seguito di segnalazioni, un sopralluogo ha permesso di riconoscere le fondamenta di un edificio abitativo costituito da ciottoli di fiume.
Negli anni 1980/81 si è effettuato un vero e proprio scavo che ha portato alla luce una fattoria lucana utilizzata per tutta la seconda metà del IV secolo a.C. L’edificio scavato aveva forma quadrata di m. 22 per lato, con sette grandi vani di varia ampiezza disposti attorno ad un cortile centrale scoperto (m. 5.80x5.80) collegato con l’esterno mediante un largo corridoio (m. 1.60) ad L; l’ingresso era nell’angolo sud-ovest. L’edificio è costruito con ciottoli di fiume uniti a secco, che compongono lo zoccolo delle pareti; l’alzato era in mattoni crudi; la copertura era di tegole piane e coppi. Sul lato occidentale del cortile le tegole di gronda erano decorate con teste di leone. Sul lato sud-ovest, probabilmente, si elevava un piano rialzato, al quale si accedeva mediante una scala di legno. Per quanto riguarda la destinazione degli ambienti si può individuare, sul lato orientale, una cantina o un vano destinato alla lavorazione e conservazione delle derrate alimentari; vi sono stati ritrovati, infatti, una pressa quadrangolare in arenaria, frammenti di pithoi fittili e di anfore ad impasto di tipo greco-italico. Sul lato settentrionale era identificabile, nel vano centrale affiancato da due vani minori, la cucina. E’, infatti, evidente la presenza di un focolare nell’angolo sud-ovest, oltre ad un’alta percentuale di frammenti di vasellame da mensa ad impasto e a vernice nera, ad utensili in ferro quali alari di camino e lame di coltelli vari. Pesi da telaio (circa 85) e un louterion fittile con sostegno completavano l’arredo. Nel vano nord-ovest, anch’esso comunicante con la cucina e fornito di focolare, sono state rinvenute, oltre al vasellame alcune statuette fittili (figure femminili in trono). Il vano di forma rettangolare (m. 10x3.90), sul lato sud-ovest, doveva essere un ambiente di “rappresentanza”; era, infatti, rivestito di intonaco biancastro sullo zoccolo dei muri, e, al suo interno, sono stati ritrovati due louteria fittili su sostegno decorati ad impressione, frammenti di un cratere a figure rosse, una grande quantità di ceramica a vernice nera (piatti, coppette e skyphoi) e recipienti ad impasto (teglie e bacili). Abbandonato nel cortile, in prossimità della cucina, è stato ritrovato un piccolo ripostiglio monetale composto da 12 pezzi (3 argenti di Crotone ed Eraclea e 9 bronzi di Metaponto).All’esterno, inoltre, erano presenti fornaci per la cottura di recipienti ceramici. Sembra evidente che la struttura fosse abitata da una famiglia di agricoltori dediti alla pastorizia e alla filatura (vedi pesi da telaio), la cui appartenenza all’ethnos lucano è dimostrata dal nome osco (NOVIOS OPSIOS) graffito in lettere greche sul fondo esterno di due brocche ad impasto.
Nei primi decenni del III secolo a.C., il sito fu bruscamente e definitivamente abbandonato, forse in seguito al conflitto tra Roma e Pirro.

Anonimo ha detto...

Enzo alcuni teorici del tempo degli scavi in cui è stata ritrovata, hanno ipotizzato che fosse la meta estiva di Pitagora perchè erano quasi certi che scavando nel pianoro se ne sarebbero trovate altre, visto che il posto coincideva ad una descrizione di un manoscritto dello stesso matematico, che descriveva di una piana a picco sul mare tra sibari e metaponto, successivamente agli intoppi e ai mancati finanziamenti non si potè perlustare il resto della zona!

Dunque quella casa può anche non centrare, ma le associazzioni di Pitagora a Montegiordano sono potenzialmente esatte!

enzo arcuri ha detto...


Località Menzinara (m. 99 s.l.m.)

La località sorge sulla cima di una collina isolata ai lati da corsi d’acqua e domina un ampio tratto del litorale ionico.
Nel 1977, a seguito di segnalazioni, un sopralluogo ha permesso di riconoscere le fondamenta di un edificio abitativo costituito da ciottoli di fiume.
Negli anni 1980/81 si è effettuato un vero e proprio scavo che ha portato alla luce una fattoria lucana utilizzata per tutta la seconda metà del IV secolo a.C. L’edificio scavato aveva forma quadrata di m. 22 per lato, con sette grandi vani di varia ampiezza disposti attorno ad un cortile centrale scoperto (m. 5.80x5.80) collegato con l’esterno mediante un largo corridoio (m. 1.60) ad L; l’ingresso era nell’angolo sud-ovest. L’edificio è costruito con ciottoli di fiume uniti a secco, che compongono lo zoccolo delle pareti; l’alzato era in mattoni crudi; la copertura era di tegole piane e coppi. Sul lato occidentale del cortile le tegole di gronda erano decorate con teste di leone. Sul lato sud-ovest, probabilmente, si elevava un piano rialzato, al quale si accedeva mediante una scala di legno. Per quanto riguarda la destinazione degli ambienti si può individuare, sul lato orientale, una cantina o un vano destinato alla lavorazione e conservazione delle derrate alimentari; vi sono stati ritrovati, infatti, una pressa quadrangolare in arenaria, frammenti di pithoi fittili e di anfore ad impasto di tipo greco-italico. Sul lato settentrionale era identificabile, nel vano centrale affiancato da due vani minori, la cucina. E’, infatti, evidente la presenza di un focolare nell’angolo sud-ovest, oltre ad un’alta percentuale di frammenti di vasellame da mensa ad impasto e a vernice nera, ad utensili in ferro quali alari di camino e lame di coltelli vari. Pesi da telaio (circa 85) e un louterion fittile con sostegno completavano l’arredo. Nel vano nord-ovest, anch’esso comunicante con la cucina e fornito di focolare, sono state rinvenute, oltre al vasellame alcune statuette fittili (figure femminili in trono). Il vano di forma rettangolare (m. 10x3.90), sul lato sud-ovest, doveva essere un ambiente di “rappresentanza”; era, infatti, rivestito di intonaco biancastro sullo zoccolo dei muri, e, al suo interno, sono stati ritrovati due louteria fittili su sostegno decorati ad impressione, frammenti di un cratere a figure rosse, una grande quantità di ceramica a vernice nera (piatti, coppette e skyphoi) e recipienti ad impasto (teglie e bacili). Abbandonato nel cortile, in prossimità della cucina, è stato ritrovato un piccolo ripostiglio monetale composto da 12 pezzi (3 argenti di Crotone ed Eraclea e 9 bronzi di Metaponto).All’esterno, inoltre, erano presenti fornaci per la cottura di recipienti ceramici. Sembra evidente che la struttura fosse abitata da una famiglia di agricoltori dediti alla pastorizia e alla filatura (vedi pesi da telaio), la cui appartenenza all’ethnos lucano è dimostrata dal nome osco (NOVIOS OPSIOS) graffito in lettere greche sul fondo esterno di due brocche ad impasto.
Nei primi decenni del III secolo a.C., il sito fu bruscamente e definitivamente abbandonato, forse in seguito al conflitto tra Roma e Pirro.

Anonimo ha detto...

Mi faccio un pò di domande, a cui spero che qualcuno sappia rispondere, è possibile che abitassero li da soli?
Se il vecchio nucleo abitativo di Montegiordano sorgeva attorno al castello, testimoniato dalla chiesa diroccata della madonna del carmine, possibile che non sia rimasto niente di quell'epoca? (mang nu stuzz i petr?)
Di tutte le cose elencate da Enzo, possibile che nessuna sia rimasta a Montegirdano da poter ammirare?
Se si trovano a Reggio Calabria, c'è una sezione dedicata con tutti i pezzi di Montegiordano?

Spero che qualcuno sappia qualcosa delle sventure di un paese che nella sua storia la sfortuna sembra averlo perseguitato!

Anonimo ha detto...

Date un'occhiata alla foto a questo link:

http://www.giorgioliguoriperlacalabria.it/foto%203.jpg

è stata scattata durante gli scavi del 1980!

Anonimo ha detto...

Ho trovato un'informazione che può essere importante, una certa Anna Maria De Francesco ha lavorato sugli oggetti ritrovati a Montegiordano, qui c'è la sua scheda:

http://polaris.unical.it/user/report/visualizzacurriculum.php3?IDutente=751560456

(Guardate al punto, Corrente attività di ricerca)

In alto c'è la sua mail, se sei interessato Enzo prova a contattarla se ti sa dare qualche particolare!


Francesco scusami se posto link, so che in gergo si chiama spam, ma li metto solo ad indicare sorgenti che ho trovato!

Francesco D'Amore ha detto...

Nono che spam.... ANZI.

Buona discussione

Unknown ha detto...

hai visto francesco che bene che gli voglio ahhahah ma io scherzo naturalmente, scherzo su vincenzo, non scherzavo sulla mia provocazione.
E sul fatto, che è inutile invocare nomi e poi si fanno proposte per i paesi limitrofi, cominciamo a rimbiccarci le maniche noi.. ciao

enzo arcuri ha detto...

ripeto, noi stiamo parlando di ritrovamento che prende il nome di "Fattoria Lucana" e risale 350 a.C.,ed è stata scoperta nel 1980 ed è ubicato in un terreno di un privato, Pitagora 570 a.C 495 a.C. quindi non centra con la Fattoria Lucana epoche differenti.
E' vero che la scoperta della "Fattoria Lucana e la sua posizione a picco sul mare in una pianura, ha ha attirato l'attenzione di parecchi studiosi. Quindi tutti d'accordi " Fattoria Lucana" con Pitagora nn centra Nulla. Ciao a tutti e ringrazio per le info

enzo arcuri ha detto...

Io mi chiedo come mai dopo tanti anni questo ritrovamento continua ad essere invisibile a tutti noi, senza pensare che potrebbe essere un ottima opportunità di sviluppo per il nostro paese.Immaginate se fosse stato costrutito un parco archeologico, quanti turisti? quante scuole? poteva essere un luogo dove poter organizzare manifestazioni culturali, concerti teatro eccc... invece tutto in silenzio!!! La nostra " Fattoria Lucana" se la godono i cavalli!!!
Questo è quello che dice la legge
Archeologia: diritto
Gli scavi archeologici sono regolati da Decreto Legislativo, “Testo unico delle disposizioni legislative in materia di beni culturali e ambientali”, che attribuisce solo allo Stato il potere di esecuzione su tutto il territorio nazionale. A questo scopo il ministro per i Beni e le Attività Culturali emana il decreto di occupazione degli immobili o dei terreni dove devono essere eseguiti i lavori. Il privato proprietario dell'immobile o del terreno occupato ha diritto a un indennizzo, consistente anche in parte delle cose ritrovate quando queste non interessino le raccolte dello Stato. Le cose ritrovate sono di proprietà dello Stato se rivestono la qualità di cose d'interesse storico, archeologico, paleontologico o etnologico. I privati per effettuare ricerche archeologiche devono essere muniti di decreto di concessione del Ministero. Le cose rinvenute, qualora rivestano quel particolare interesse, sono di proprietà dello Stato e tanto al proprietario quanto al concessionario spetta un premio non superiore a un quarto del valore totale. Le scoperte fortuite di cose d'interesse archeologico debbono essere comunicate alla Soprintendenza Archeologica competente per territorio. Il ritrovatore ha l'obbligo di provvedere alla temporanea conservazione e ha diritto al premio. Eguale premio spetta al proprietario dell'immobile.

Anonimo ha detto...

Non avendo ancora eseguito un approfondito esame sulla scoperta di questa fattoria o villa che sia, non è possibile risalire all'epoca della sua costruzione. Tuttavia, se ritenuta essere appartenuta al famoso matematico Pitagora, perchè non crederci? Farà sicuramente più "rumore" attribbuirla al matematico, così come ha scritto nel suo libro l'ex presidente della biennale di Venezia Portoghesi. Crediamoci e, semmai, vediamo come fare per recuperare quel progetto annegato nella negligenza di chi ha portato avanti la pratica esprorpriativa con molta approssimazione. Che poi le colpe, come note, sono cadute sull'amministrazione comunale che ha preso a riferimento una particella catastale diversa da quella dove c'è la villa. Da qui il ricorso al Tar da parte della famiglia Tarsia. Ecco la vera storia di tutta la faccenda che, d'altronte, si legge chiaramente negli atti

Anonimo ha detto...

Non so se ci siete mai stati, io l'ultima volta a pasqua, ma costruire un parco archeologico è quasi impossibile, inquanto almeno 1/4 della casa è a picco sullo strapiombo, probabilmente il terreno è franato in seguito agli scavi, al massimo si potrebbero effettuare ulteriori scavi per vedere se ce ne sono altre nelle immediate vicinanze o nel resto del pianoro, inquanto alla costruzione di un'anfiteatro, bisognerebbe costruirlo lontano da essa, inquanto da una parte c'è lo strapiombo, dall'altra il recinto dei cavalli e da un'altra ancora una casa!

Per chi non sapesse ancora dove si trova, le immagini satellitari di Bing Mappe danno una buona impressione:

http://img209.imageshack.us/img209/5854/fotosatellitarefattoria.png

Da vicino le mura sono molto più intatte di quanto non sembri nella foto, sono alte almeno mezzo metro!

Per trovarla direttamente invece, vi basterà andare su bing mappe/scrivere montegiordano/ cercare il cementificio, guardare nella montagna a nord del cementficio dove c'è una stradina che sale, in punta immediatamente sopra la casa c'è la fattoria!

enzo arcuri ha detto...

L'esame sull'epoca della Fattoria è stato fatto:
"Sembra evidente che la struttura fosse abitata da una famiglia di agricoltori dediti alla pastorizia e alla filatura (vedi pesi da telaio), la cui appartenenza all’ethnos lucano è dimostrata dal nome osco (NOVIOS OPSIOS) graffito in lettere greche sul fondo esterno di due brocche ad impasto", oggi non ci serve dire bugie ci servono i mezzi per ridare ai cittadini di Montegiordano e ai futuri turisti questo scavo. L'appello è quello di far arrivare questa denuncia agli enti di competenza!

enzo arcuri ha detto...

L'esame sull'epoca della Fattoria è stato fatto:
"Sembra evidente che la struttura fosse abitata da una famiglia di agricoltori dediti alla pastorizia e alla filatura (vedi pesi da telaio), la cui appartenenza all’ethnos lucano è dimostrata dal nome osco (NOVIOS OPSIOS) graffito in lettere greche sul fondo esterno di due brocche ad impasto", oggi non ci serve dire bugie ci servono i mezzi per ridare ai cittadini di Montegiordano e ai futuri turisti questo scavo. L'appello è quello di far arrivare questa denuncia agli enti di competenza!

Anonimo ha detto...

In che modo si sta procedendo?

Anonimo ha detto...

In che modo state agendo per fare arrivare questa cosa a chi di dovere?

Ps. Fra per quanto bella questa foto possa essere è un pó cupa e triste, ce ne sono molte altre sulle pagine facebook di montegiordano, dalla stessa inquadratura ma piú soleggiate e colorate, io ho provato a cambiarla su wiki ma non ci sono riuscito, non è che riusciresti tu? "sempre se sei d'accordo"

Francesco D'Amore ha detto...

Qualcosa la stiamo portando avanti.... chiedete direttamente , in forma non anonima e diretta, a me, ad Enzo o a Rocco Introcaso.

Sono cosette da fare con calma ed attenzione.

Francesco D'Amore ha detto...

:-)

Quella foto su wikipedia l'ho fatta io e l'ho inserita personalmente su Wiki.

Se noti il nome è "bascior" che in Montegiordanese vuol dire "crepuscolo". L'ho chiamata così perché l'ho scattata proprio mentre stava finendo il giorno.

La maggior parte dell' articolo di wiki l'ho scritto io scopiazzando, con il suo permesso, da quanto scritto da Teresa Loprete.

Ti scrivo questo per avvertirti che caricare una immagine su wiki è davvero un inferno.... io sono riuscito a caricare quelle che vedi dopo non so quanto tempo passato dietro alle licenze usate da wikipedia che su questo aspetto è, giustamente, intransigente.

Ci sono particolarmente affezionato a quella foto.... magari posso aggiungerne altre ma mi piacerebbe che quella rimanesse li....... se vuoi però, ripeto, ne aggiungo altre.

Francesco D'Amore ha detto...

per inciso...

Ho dato il "permesso" a wikipedia di prendere le immagini da marinajonica.

quindi se scopiazzi da questo blog qualche foto che ti piace e la inserisci, wikipedia non ti dovrebbe dare troppe noie con le licenze.

Buon lavoro.

Anonimo ha detto...

No ma infatti non metto in dubbio che sia carina, infatti lo è e molto, solo che pensavo che proprio a livello publicitario, se uno visita la pagina di montegiordano, per un posto di mare è meglio forse una come questa:

https://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/540633_377207288993955_225255797_n.jpg

dalla stessa inquadratura (ovviamente senza la scritta montegiordano).

Poi è una questione di gusti, mi è solo venuto in mete perchè chiacchierando mi hanno detto di aver visitato la pagina di montegiordano e mi hanno detto: "Già ang'è nend, poi nda quilla fot par ca tnim pur a nebbj e mang nu picchij i sol!"

ehehe, va be comunque buon lavoro e grazie per tutte le informazioni sul nostro paese che stai mettendo su internet!

Anonimo ha detto...

L'importante è che fare le cose con calma non significhi, anni, eheheh

Ragazzi bisogna farsi sentire e far vedere ai Cittadini che vi state muovendo, non tutti sono al corrente delle iniziative da voi intraprese, fra solo/ancora un'anno ci sono le amministrative e perderle sarebbe una catastrofe!

Complimenti per l'iniziativa!

Francesco D'Amore ha detto...

per la foto....

appena ho un attimo di tempo ne aggiungo un'altra....

Non si dica mai che a Montegiordano c'è la nebbia....

P.S.
.....anche se in Paese a volte.... sembra Milano. Ma è una nebbia romantica, quasi profumata. :-)