Quando l'Alba rispecchierà
i suoi bagliori sulle acque instancabili
io avrò già percorso parte della mia scalata.
Dall'alto riuscirò a vedere il paese dei dispersi
sommerso dall'impassibile specchio.
E lentamente uscirò di scena,
senza che l'eco dei miei passi
stronchi il sonno gelido degli altri.
Eviterò che il sole delinei la mia ombra.
Mi rifugerò nei meandri tenebrosi
e spettrali della terra.
Seguirò il silenzio
con occhi sgranati
senza poggiar le mani alle pareti,
sentirò il terreno
dondolare sotto i miei piedi,
avrò il timore di fare il passo successivo.
Mi farò inventore di duelli:
sfiderò la forza delle rocce
con la mia fragilità,
ma sarò io a bere le loro lacrime;
mi batterò contro la gloria dei misteri,
ma sarò io ad aver maggior virtù.
Eviterò gli sguardi
spregevoli delle creature
con semplice indifferenza
E se uno sbarramento ignobile
trancerà il mio cammino,
non cadrò strisciante ai suoi piedi
ma attenterò che il giorno muoia
per mostrarmi nuovamente
alle timidi danzatrici del cielo
e tornare a rincorrere
l'astuto silenzio.
1.12.1998
ROBERTO FARINA, L'Astuto Silenzio
8 commenti :
...brividi...
CONCORDO...penso che ogni altra parola sia superflua! E' da ieri che la rileggo..ma non mi basta..
Ma come mai hai scelto di pubblicare proprio questa poesia???
PS= è normale ke il post mi sia apparso 2giorni dopo la publicazione??
Ciao..
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E' la più "forte" dal punto di vista emotivo.
Ciao Robi...
°°°Alessandra Pallina°°°
PARADOSSALE
delirio di onnipotenza
..brivido sulla schiena.
nella sua fragilità c'era la forza di progettare la morte..alro che fragile..mostrusamente forte!
spero che gli angeli siano vicino a lui!
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